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27/06/2012 04:21:53

Antonella Favuzza: "Io, tradita da chi mi fidavo". Salemi, D'Angelo, e una storia tra cronaca, amore e...

 Chi parla è Antonella Favuzza, farmacista di Salemi, famosa per essere stata per quattro anni il vicesindaco di Vittorio Sgarbi. L’Amministrazione Comunale è stata sciolta per infiltrazioni mafiose, l’esperienza di Sgarbi perde ogni giorno dei pezzi, e a questo Favuzza aggiunge il tassello, doloroso, di una sua vicenda personale.
L’ex vicesindaco, infatti, era legata sentimentalmente da tre anni (“Ci siamo messi insieme poco dopo che io cominciai la mia esperienza in Giunta con Sgarbi” racconta) con un pregiudicato, un suo concittadino molto noto a Salemi, e non solo. Si tratta di Salvatore D’Angelo, detto Pucci, che ha scontato cinque anni di carcere, dal 2003 al 2008, per traffico internazionale di stupefacenti. La relazione di Favuzza con D’Angelo è stata da sempre molto chiacchierata nel paese, per il peso dei due personaggi coinvolti. “Lo stesso Sgarbi non vedeva di buon occhio la mia relazione con Pucci – racconta Favuzza-, diceva che era una specie di mio cagnolino”.
Adesso, la rottura, che Favuzza ha voluto raccontare “perché sono stanca di fare la crocerossina. Gli ex carcerati, purtroppo non cambiano. Rimane sempre la predisposizione all’inganno e alla menzogna. Pucci frequentando me credeva di potersi riabilitare, ma ci ha ingannato tutti”.
Alla base della rottura, come in tutte le storie d’amore che finiscono male, c’è un tradimento. Più di uno. Scoperto – anche qui, come in tante altre storie –in rete: “Non ho avuto la sua password di Facebook – racconta Favuzza – ho solo trovato il suo computer e ho visto che tipo di gente frequentava on line, con chi si dava appuntamento: escort, trans, ed altre cose che mi vergogno a raccontare”. Da lì in poi è un crescendo di altre piccole e dolore scoperte.
“Sono davvero amareggiata – racconta Favuzza, oggi Presidente della Fondazione Sgarbi – perché Pucci è stata una persona alla quale io ho dato tutto, che ho anche sostenuto economicamente. E invece si è rivelato falso, sessualmente malato”.
D’Angelo, durante la relazione con Favuzza (“Non abbiamo mai convissuto” dice l’ex vicesindaco) gestiva due beni di proprietà di Favuzza, il Palazzo Torralta, sede della Fondazione Sgarbi, e il centralissimo bar “Cafè”. “Aveva atteggiamenti da padroncino – aggiunge Favuzza – come se fosse tutto suo, ma in realtà sono beni ed attività di mia proprietà”. Il Palazzo, oggi ristrutturato, è utilizzato come salone per meeting e feste.
Non è solo una vicenda privata, questa. Il nome di Pucci D’Angelo rientra pure nella relazione dei commissari inviati dal Prefetto di Trapani a Salemi, prima del decreto di scioglimento per mafia del Comune. Scrivono i commissari che “Il vice sindaco è legato da stretti vincoli con noti e storici esponenti delle locali famiglie criminali….”. La vicinanza tra D’Angelo e Favuzza è appuntata dai commissari, che sottolineano di D’Angelo proprio l’indole delinquenziale.
D’Angelo è stato condannato nel processo per narcotraffico scaturito dall’operazione narcotraffico denominato “Igres”. Furono, nel 2005, 41 i condannati accusati di far parte dell'organizzazione formata da elementi delle 'ndrine della Locride e delle famiglie di Cosa nostra del Trapanese che, sull'asse Platì-Mazara del Vallo, gestiva un colossale traffico di cocaina importata da Colombia e Venezuela. L'operazione “Igres” era scattata il 30 maggio del 2003 a conclusione di un'indagine del Goa della Guardia di Finanza. Con decine di arresti era stata decapitata e smembrata la struttura criminale nata dalla sinergia tra le 'ndrine della Locride e le famiglie mafiose del Trapanese.
D’Angelo, classe ’68, ufficialmente risulta imprenditore agricolo. Tra i suoi precedenti anche truffa e turbativa d’asta.
Ma tutto questo ormai è cronaca. Oltre la cronaca ci sono le persone. C’è Antonella Favuzza, stanca, delusa: “Non farò mai più la crocerossina. Mai più”.