Lo dice il procuratore generale della Corte dei conti per la Regione siciliana, Giovanni Coppola, nella sua relazione all'udienza pubblica del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio 2011, stamattina a Palermo. Coppola sottolinea la necessita' di congrui trasferimenti statali per la Sicilia: "Se lo Stato centrale non fornisce adeguati mezzi finanziari, i siciliani continueranno a vivere nell'arretratezza delle proprie vetuste risorse infrastrutturali". Ne discende, secondo il procuratore, "la rassegnazione antica che si traduce in forza di attrazione mafiosa e clientelare" a disposizione "dei prepotenti e dei potenti di ieri, di oggi e di sempre". Finora, ha detto il magistrato contabile, "quando e' stata tolta la maschera dell'ipocrisia politica, e' emersa l'inadeguatezza dello statuto pomposamente chiamato speciale che di fatto e' stato svuotato dei suoi contenuti e delle sue peculiarita'". Un quadro determinato "dalla mancanza di risorse economche adeguate quale diretta conseguenza di un'autonomia finanziaria imperfetta". Insomma, sottolinea Coppola, "senza soldi non si realizza nulla, meno che mai l'autonomia cosiddetta speciale della Sicilia". Il governo regionale "e' costretto a operare con quello che ha, in pratica coni fondi insufficienti del proprio bilancio, cercando di limitare le spese dal momento che e' molto difficile incrementare le entrate".