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30/06/2012 04:32:41

Pescherecci sequestrati in Libia. Fiducia a Mazara: "Questione di giorni"

Questo è quanto dichiarato dal presidente del Distretto Produttivo della Pesca, Giovanni Tumbiolo dopo aver dato l’annuncio che il giudice della Corte di Bengasi ha rimandato a mercoledì il pronunciamento sulla vicenda dei 19 marittimi dei tre pescherecci mazaresi "Boccia II", "Maestrale" e "Antonino Sirrato", fermati lo scorso 7 giugno quando si trovavano a circa 42 miglia a Nord dalle coste libiche.
Tumbiolo era partito per la Libia il 18 giugno, insieme a due armatori dei pescherecci sequestrati, alla volta di Bengasi per seguire da vicino la vicenda che desta ancora molta apprensione nelle famiglie dei marittimi.
La questione, dopo una difficile trattativa, grazie anche alla mediazione condotta congiuntamente dall’ambasciatore d’Italia in Libia, Giuseppe Buccino Grimaldi, dal console d’Italia a Bengasi, Guido De Sanctis, e dallo stesso Tumbiolo, è passata dal Tribunale Militare al Giudice della Corte della capitale della Cirenaica.
Nel contempo l’ambasciatore Buccino Grimaldi ed il presidente del Distretto della Pesca hanno contattato sia il ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, che il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, al fine di avviare un nuovo intervento presso la presidenza della Repubblica di Libia e i ministri competenti.La vicenda è seguita anche dal vescovo della Diocesi mazarese, mons. Domenico Mogavero, il quale si è messo in contatto con l’arcivescovo di Bengasi, mons. Silvester Magro che ha fatto visita ai 19 marittimi: «Il problema più urgente - ha detto mons. Mogavero - è quello di far tornare a casa equipaggi e barche ma poi -ha avvertito - dovrà essere inserita nell’agenda del Governo la trattativa con la Libia per affrontare il problema delle acque territoriali».
Nel frattempo è visibilmente migliorato il clima nel porto di Bengasi grazie ai rapporti di amicizia instaurati fra i pescatori mazaresi ed i pescatori e miliziani libici. I pescatori dei tre pescherecci starebbero bene e godono di una relativa libertà di muoversi anche se solo all’interno del porto, in quanto è stata di molto ridotta la sorveglianza armata.