Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
04/07/2012 07:24:03

Torna a vivere la cascina di Moncalvo, in Piemonte, confiscata al boss di Trapani Francesco Pace

Ma anche l'antimafia è arrivata a Moncalvo. E così  nel 1996 la struttura venne confiscata dal tribunale di Trapani e sei anni dopo assegnata e assegnata alla Amministrazione Comunale, come vuole la legge, perché venisse impiegata per opere di utilità sociale. Da allora ha cambiato nome diventando Cascina Graziella. Il suo nome completo –Cascina Graziella Campagna – sta lì a ricordarci l’efferato omicidio di Graziella Campagna, appunto, una ragazza di appena 17 anni di Villafranca Tirrena (ME) che nel 1985 fu uccisa a colpi di lupara per aver rinvenuto nella lavanderia in cui lavorava un biglietto dimenticato da un mafioso nelle tasche dei pantaloni. Un biglietto che non doveva leggere.

Don Luigi Ciotti ha inaugurato  il cantiere edile di cascina Graziella con una particolare cerimonia che il Comune di Moncalvo, l’Associazione Rinascita e il Coordinamento provinciale, di Libera hanno titolato «Cum grano salis».