Alla fine, tutta gli annunci di successo della diplomazia marsalese si sono rivelati un buco nell'acqua: la chiusura del carcere di Marsala è sempre più vicina. Si era cominciato con il Sindaco Adamo sicura che "Giampiero D'Alia (senatore e coordinatore dell'Udc in Sicilia) ci darà una mano". Da lì la partenza per Roma, dove però il Sindaco non è stato ricevuto dal Ministro Severino ma dal sottosegretario Mazzamuto. "Verrò a Marsala a fare un sopralluogo per capire le reali condizioni del carcere" aveva detto il sottosegretario. Visita annunciata per due domeniche fa, e poi rinviata a data da destinarsi...
Il carcere chiude. E' vecchio e poco utilizzato. E a breve, con la spending review, Marsala rischia di perdere Procura e Tribunale.
A conferma della chiusura del carcere arriva la notizia della convocazione ieri del tavolo della mobilità dei lavoratori del carcere di Marsala. Lo ha fatto sapere la Uil, che ha detto no alle prime richieste del Provveditore delle carcerci siciliane: "I lavoratori del carcere di Marsala non saranno il primo esempio di spending review nell’ambito della sicurezza, e la UILPA Penitenziari non sottoscriverà mai una mobilità pilotata dall’Amministrazione che peserà solo sulla pelle dei lavoratori…”
Queste le parole del coordinatore regionale della Uil Penitenziari Gioacchino Veneziano.
Continua Veneziano " Noi come UIL, non firmeremo nessun accordo di mobilità “pilotata”, ritenendo un fatto estremamente grave la soppressione di un presidio di legalità come il carcere di Marsala, che senza ombra di smentita non porterà risparmi per le casse dello Stato, perché i detenuti dovranno confluire tutti al carcere di Trapani e Castelvetrano, addirittura a Palermo, con notevoli spese per i vari trasferimenti che conseguono agli arresti e tutte le procedure del caso”.
Gli unici conclude il Coordinatore Regionale della UILPA Penitenziari in Sicilia, - “a pagare il conto più salato” rispetto le decisioni di un Governo che non volendo affrontare le idee contrarie con la discussione, usa la forza dell’imposizione, saranno i lavoratori e le loro famiglie, quindi i più deboli,“ che dovranno affrontare ulteriori spese per raggiungere il posto di lavoro”.