Marsala continuerà dunque ad avere il suo tribunale. Pare che abbia pesato - secondo alcune indiscrezioni - il fatto che a Marsala ci sia già pronto il nuovo tribunale, costato parecchi milioni di euro e anni di lavoro, per cui al Governo. L’Italia dovrà fare a meno di 37 tribunali, e non solo. Col decreto legislativo di “attuazione della delega sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie”, approvato dal Consiglio dei ministri, saranno soppressi in tutto 969 uffici. Di questi 37 sono tribunali, 38 procure, 220 sezioni distaccate e 674 uffici del giudice di pace.
In totale verranno così recuperati 7.603 dipendenti, dei quali 2,454 sono giudici, pubblici ministeri e magistrati ordinari. Con la soppressione dei 969 uffici si ipotizza un risparmio di spesa di 2.889.597 euro per il 2012, 17.337.581 per il 2013 e 31.358.999 per il 2014. Ecco l’elenco dei tribunali soppressi e relativi accorpamenti.
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ACQUI TERME al Tribunale di Alessandria
ALBA al Tribunale di Asti
ARIANO IRPINO al Tribunale di Benevento
AVEZZANO al Tribunale di L’Aquila (sospeso)
BASSANO DEL GRAPPA al Tribunale di Vicenza
CALTAGIRONE al Tribunale di Ragusa
CAMERINO al Tribunale di Macerata
CASALE MONFERRATO al Tribunale di Alessandria
CASSINO al Tribunale di Frosinone
CASTROVILLARI al Tribunale di Cosenza
CHIAVARI al Tribunale di Genova
CREMA al Tribunale di Cremona
LAMEZIA TERME al Tribunale di Catanzaro
LANCIANO al Tribunale di Chieti (sospeso)
LUCERA al Tribunale di Foggia
MELFI al Tribunale di Potenza
MISTRETTA al Tribunale di Patti
MODICA al Tribunale di Ragusa
MONDOVI’ al Tribunale di Cuneo
MONTEPULCIANO al Tribunale di Siena
NICOSIA al Tribunale di Enna
ORVIETO al Tribunale di Terni
PAOLA al Tribunale di Cosenza
PINEROLO al Tribunale di Torino
ROSSANO al Tribunale di Cosenza
SALA CONSILINA al Tribunale di Lagonegro
SALUZZO al Tribunale di Cuneo
SANREMO al Tribunale di Imperia
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI al Tribunale di Avellino
SCIACCA al Tribunale di Agrigento
SULMONA al Tribunale di L’Aquila (sospeso)
TOLMEZZO al Tribunale di Udine
TORTONA al Tribunale di Alessandria
URBINO al Tribunale di Pesaro
VASTO al Tribunale di Chieti (sospeso)
VIGEVANO al Tribunale di Pavia
VOGHERA al Tribunale di Pavia
GIUGLIANO IN CAMPANIA la procura al Tribunale di Napoli
09,00 - A cavallo della spending review del governo Mario Monti si è passati anche dalla Giustizia.
Così nella bozza del decreto legislativo del ministero della Giustizia ci sono i nomi di 33 tribunali e di 220 sezioni distaccate che verrebbero cancellati/e con lo scopo di ottimizzare le spese pubbliche dovute agli uffici giudiziari sparsi sul territorio nazionale.
Nella delega varata quando ancora non era insediato il governo Monti i tribunali a rischio chiusura dovevano essere 57, adesso sulla base di alcuni parametri individuati dal magistrato siciliano Luigi Birritteri, capo del dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, il numero è stato ridotto a 33. A questo punto il risparmio previsto di 80 milioni di euro raggiungerebbe circa la metà.
Fra i tribunali a rischio chiusura vi è anche quello di Marsala, tribunale in cui Paolo Borsellino è stato per sei anni Procuratore Capo (dove proprio 20 anni fa, il 4 luglio 1992, ha esposto il suo ultimo discorso a Marsala) e dove si è svolto parte del processo a Matteo Messina Denaro.
Il ministro della Giustizia, Paola Severino, presa d'assalto ieri al Senato dalle istanze logistiche dei parlamentari, ha lanciato l'allarme: <<Questi tagli non c'entrano nulla con la spending review. La delega scade a settembre, per cui non c'è più tempo per i rinvii>>.
Il testo definitivo del decreto legislativo è ancora in fase di valutazione del ministro della giustizia Paola Severino che si troverebbe in disaccordo con alcuni dei punti elaborati dalla squadra guidata da Birritteri.
Il governo dovrebbe attuare un decreto legislativo entro il 13 settembre, giorno ultimo stabilito il 13 settembre scorso dal parlamento durante il periodo Berlusconi per il riordino della geografia giudiziaria del Paese.
Il testo dovrà essere approvato dalle Camere prima dell’approvazione definitiva ma c’è la possibilità di ottenere un mese di proroga sul termine ultimo.
Nel frattempo, nelle diverse regioni italiane, si sono formati comitati composti da avvocati, magistrati, sindacati, in difesa dei rispettivi tribunali per far giungere a Roma la propria voce di dissenso per ottenere quantomeno una riforma più ragionevole.
La critica da parte dei comitati e delle associazioni di categoria è che l’imminente manovra non è stata elaborata sulla base di dati tecnici oggettivi, diversamente di quanto si evince dai numeri fissati della commissione, ma solamente muovendosi attraverso le “richieste” dei partiti che detengono la maggioranza nelle rispettive Regioni. In altre parole, i governi cambiano e preannunciano cambiamenti ma l’Italia rimane la stessa. Cambia tutto per non cambiare niente.
Ecco gli “uffici di troppo”: Acqui, Alba, Casale Monferrato, Mondovì, Saluzzo e Tortona (Piemonte); Sanremo e Chiavari (Liguria); Vigevano, Voghera e Crema (Lombardia); Tolmezzo (Friuli); Bessano del Grappa (Veneto); Cassino e Gaeta (Lazio); Montepulciano (Toscana); Orvieto, Sala Consilina, Vallo della Lucania (Umbria); Melfi o Lagonegro (uno si salva grazie alla regola del tre, cioè almeno tre tribunali per Corte d'appello) (Basilicata); Lucera (Puglia); Castrovillari, Lamezia, Rossano, Paola, Locri o Palmi (Calabria); Sciacca, Marsala, Modica, Caltagirone, Mistretta, Barcellona o Patti, Gela o Nicosia (Sicilia).
L'Emilia, la Sardegna e l'Abruzzo, grazie a una deroga per il terremoto proposta da un deputato del Pd, non rientrano nei tagli.
Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha ribadito che questi tagli non c’entrano nulla con quelli alla spesa pubblica. «La delega scade a settembre. E non c’è più tempo per rinvii»
MP