Oggi dovrebbe essere ascoltato il collaboratore di giustizia Angelo Siino. L’accusa ha chiesto l’audizione, oltre che di Siino, anche del pentito Antonio Giuffrè. Secondo la Dia, analizzando l’immenso patrimonio di Carmelo Patti, è stata riscontrata «una inquietante sperequazione fra redditi e investimenti». La testimonianza di Siino riveste una particolare valenza: l’ex «ministro dei Lavori Pubblici» di Cosa Nostra, infatti, sarebbe testimone di un incontro che il patron di «Valtur» avrebbe avuto con Francesco Messina Denaro, padre del boss latitante Matteo.
Il racconto dei pentiti colloca Carmelo Patti molto vicino al defunto cassiere della mafia mazarese Francesco Messina detto mastro Ciccio u muraturi. ”Mastro Ciccio – dice Siino – aveva tra le mani Patti, tanto che Bernardo Provenzano ci scherzava su, dicendogli che lui non aveva problemi a passare le vacanze alla Valtur”
A carico di Patti non c’è soltanto un procedimento di prevenzione in corso al Tribunale di Trapani; l’imprenditore è indagato dalla Dda di Palermo per favoreggiamento aggravato nei confronti della «primula rossa» di Castelvetrano.
A questa indagine era collegata in un primo momento anche l'inchiesta che venne avviata dalla procura della Repubblica di Marsala su una frode fiscale che riguardava la Cable Sud, società di cablaggi di componenti elettrici del gruppo Patti, fornitrice di una delle più importanti fabbriche dell'indotto Fiat, la Cablelettra. Per questi fatti i giudici hanno assolto in primo e secondo grado Patti.
Nella vicenda della frode fiscale era coinvolto anche un commercialista di Castelvetrano, Michele Alagna, cognato di Messina Denaro. La sorella di Alagna è infatti la donna con la quale il boss ha avuto una figlia.
L’accusa, nel procedimento di prevenzione è rappresentata dal procuratore capo di Trapani, Marcello Viola, e dal sostituto della Dda di Palermo, Piero Padova. Alla vigilia della prima udienza, Viola è stato protagonista involontario di un episodio ancora non del tutto chiarito: la «blindata» del magistrato è stata seguita e tallonata. Le spiegazioni fornite dagli occupanti dell’auto inseguitrice sono ancora al vaglio degli inquirenti.
ROSTAGNO. Nuova udienza del processo per l'omicidio di Mauro Rostagno. Oggi fovrebbero essere sentiti il collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo, Francesco Elmo, ex faccendiere che ha reso dichiarazioni sul caso di Mauro Rostagno, ed Anna Maria Di Ruvo. Ma il condizionale è d'obbligo viste le ripetute assenze registratesi da quando sono iniziate le audizioni dei testi della difesa. Nell'ultima udienza è stata avanzata la richiesta di una nuova perizia balistica da parte dell'avvocato Elio Esposito, rappresentante di parte civile dell'associazione Saman, alla Corte d'Assise che deve giudicare i presunti assassini di Mauro Rostagno, il boss Vincenzo Virga, ritenuto mandante del delitto, e Vito Mazzara, sicario, accusato di aver fatto parte del gruppo di fuoco. L'istanza è stata avanzata dopo l'audizione del consulente balistico della difesa, Luca Soldati, che ha contestato alcune conclusioni dei consulenti della pubblica accusa. «Un mero indizio - ha detto - non può essere considerato un elemento di prova». Secondo l'avv. Esposito è necessario procedere ad un riordino di tutti gli elementi di natura balistica agli atti dell'indagine. Un lavoro da affidare ad un collegio di periti. Sia il Pm Francesco Del Bene che gli avvocati Vito e Salvatore Galluffo e Giuseppe Ingrassia e Stefano Vezzadini, difensori degli imputati, si sono rimessi alla Corte.
L'effettuazione di una perizia sembra però necessaria al fine di fare chiarezza su alcuni punti che appaiono ancora controversi. Intanto il processo proseguirà mercoledì prossimo.