Lo ha detto l'ex ministro delle Politiche agricole e leader del Pid, Saverio Romano, assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza e' stata emessa dal Gup di Palermo, Fernando Sestito, che ha processato Romano con il rito abbreviato. Il Gup ha applicato la formula del secondo comma dell'articolo 530 del codice di procedura penale, che prevede l'assoluzione quando la prova manca, e' incerta o contraddittoria. La Procura aveva chiesto la condanna di Romano a 8 anni.
Il Gup ha utilizzato la vecchia formula dell'insufficienza di prove, citando nella lettura del dispositivo il secondo comma dell'articolo 530 del codice di procedura penale che prevede l'assoluzione nel caso in cui manchi, sia contraddittoria o sia insufficiente, la prova della colpevolezza. Il Pm Nino Di Matteo aveva chiesto la condanna del politico a 8 anni di reclusione.
"E' una sentenza che lascia la bocca amara, perche' dice che la prova e' insufficiente, mentre noi eravamo certi dell'assoluzione con formula piu' ampia". Lo ha detto
l'avvocato Franco Inzerillo, uno dei legali dell'ex ministro Saverio Romano, commentando la sentenza di assoluzione.
"Gli elementi c'erano, ma non sono stati ritenuti idonei per la condanna. Rispettiamo comunque ogni decisione". Cosi' il procuratore Francesco Messineo commenta la sentenza del Gup di Palermo Fernando Sestito, che ha assolto dall'accusa di concorso in associazione mafiosa l'ex ministro delle Politiche agricole Saverio Romano.
Messineo si sofferma, in particolare, sulla formula assolutoria utilizzata dal giudice, che richiama la vecchia insufficienza di prove. "La norma - dice il capo della Dda - stabilisce che il giudice pronuncia assoluzione anche quando manca, e' insufficiente o e' contraddittoria la prova, questo significa che gli elementi c'erano, ma non sono stati ritenuti idonei a raggiungere la soglia del convincimento. al di la' di ogni ragionevole dubbio".