Non per giudicare, ma per riconciliare, non per maledire, ma per custodire la memoria, non per contrapporre, ma per pacificare». Lo ha detto ieri pomeriggio il vescovo Domenico Mogavero durante l’omelia pronunciata per ricordare Rita Atria, la 17enne che 20 anni fa decise di raccontare al procuratore Paolo Borsellino quello che sapeva della mafia di Partanna. Suo fratello e suo padre, morti ammazzati, erano mafiosi e una settimana dopo la strage di via D’Amelio, a Palermo, lei si suicidò a Roma.
«Rita - ha proseguito il prelato - ci impone scelte secondo verità. La prima è la riconciliazione con la sua memoria che significa riconciliazione con il passato della comunità civile ed ecclesiale di questa città. Ai santi Gioacchino e Anna chiediamo di intercedere presso Dio perché egli dia riconciliazione e pace alla famiglia Atria, provata dolorosamente nei suoi legami affettivi e con un assai gravoso tributo di sangue; dia pace a questa città segnata profondamente dalle micidiali e odiose guerre di mafia; dia pace alla Sicilia, terra benedetta da Dio ma deturpata da mali secolari e da insipienze umane».