L’ex brigadiere dei carabinieri Renato Olino ha lanciato un appello al presidente della Repubblica Napolitano. La richiesta arriva a pochi giorni dalla revoca delle condanne inflitte agli alcamesi Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo, coinvolti, trentasei anni fa, nelle indagini riguardanti il duplice omicidio dell’appuntato Salvatore Falcetta ed il carabiniere Carmine Apuzzo.
Prima di loro era stato scagionato anche Giuseppe Gulotta. Renato Olino rivelò nel 2008 che gli indagati erano stati picchiati e seviziati, durante gli interrogatori, da parte dei carabinieri e costretti a confessare un crimine che non avevano commesso.
Dopo quella vicenda, l’ex brigadiere, profondamente amareggiato, aveva abbandonato l’Arma. «Progetto Innocenti
», organizzazione non governativa che si occupa dei casi di ingiustizia sostiene la richiesta di riconoscimento dello status di vittima del dovere avanzata da Renato Olino.
l brigadiere Olino ha dichiarato ai giudici del tribunale di Trapani che «quei ragazzi con l’eccidio non c’entravano nulla» e che le loro confessioni sono state estorte con violenze terribili. Dalle intercettazioni telefoniche acquisite dalla procura a carico dei figli di Giovanni Provenzano, uno dei carabinieri che condusse le indagini sulla strage, nelle quali parlano tra loro e con altri parenti di particolari rivelatigli dal padre, emerge come gli stessi militari, per far risultare come non veri i racconti sulle torture, avrebbero cambiato l’arredamento della stanza di una caserma dove gli arrestati furono sottoposti agli "interrogatori"
«Se è stato possibile fare luce sulla strage di Alcamo Marina, è solo grazie al coraggio dell’ex brigadiere», dice l’avv.
Baldassare Lauria. «Olino, uscito dall’Arma alla fine del 1976, ha reso noti agli inquirenti i metodi illegali posti in essere dal capitano Giuseppe Russo e dai suoi uomini durante le indagini». Il primo a confessare era stato Giuseppe Vesco, un giovane privo di una mano, che sorpreso dai carabinieri in possesso di una pistola, sottoposto a sevizie, aveva ammesso la sua partecipazione al crimine indicando i nomi dei presunti complici.
Successivamente aveva provato a ritrattare.
Era stato trovato impiccato all’interno della sua cella. Suicidio, si disse. «Olino – dice l’avvocato Baldassare Lauria –
è la quinta vittima di una giustizia orientata da uomini senza scrupoli. Non ha accettato quei metodi, contrari ai principi di uno Stato democratico, ed ha lasciato l’Arma. Senza il suo coraggio non sarebbe stato possibile correggere un clamoroso errore giudiziario. Sarebbe paradossale negare lo status giuridico di vittima del dovere ad un uomo che ha onorato l’appartenenza all’Arma, senza considerare l’ illogicità di un sistema che al contrario riconosce ai pentiti della criminalità organizzata ponti d’oro».
Dopo oltre 25 anni di latitanza in Brasile, stasera alle 20 Vincenzo Ferrantelli, condannato per l Strage di Alcamo Marina e recentemente assolto Nel Processo di revisione dalla Corte di appello di Catania, arriva all Aeroporto di Palermo con volo Proveniente da Milano. Ad accompagnarlo Il Suo Difensore avv Baldassare Lauria.