I due reperti archeologici sommersi si trovavano su un fondale di Cala Gadir profondo circa 35 metri e a recuperarli, durante un’operazione congiunta, sono stati gli archeologi esperti subacquei della Soprintendenza del Mare e i finanzieri del Nucleo sommozzatori di Palermo. Con loro ha operato anche Eduardo Famularo, il subacqueo che aveva segnalato la presenza delle due testimonianze storiche. L’ancora e l’anfora immediatamente dopo il recupero sono state sottoposte a un primo trattamento conservativo in attesa di essere collocate
prossimamente in una sede espositiva a Pantelleria dove in questi giorni la Soprintendenza del Mare sta effettuando una ricognizione dei siti archeologici subacquei e una verifica delle segnalazioni ricevuteda privati.
I sopralluoghi vengono svolti con il supporto dei militari del Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, comandato dal colonnello Costanzo Ciaprini, e del guardacoste "G95 Ciorlieri" comandato dal maresciallo Mauro Calamonici oltre che dei sommozzatori del Corpo Riccardo Nobile e Francesco Spezzano, mentre per la Soprintendenza del Mare sono presenti Pietro Selvaggio, Salvo Emma, Floriana Agneto e Giovanni Calandrino, coordinati nell’attività dal soprintendente Sebastiano Tusa.