Nell’attesa, la compagnia low cost catanese ha comunicato ai 504 dipendenti l’avvio della cassa integrazione. Restano a rischio i 300 dell’indotto.
Chiusa l’emergenza passeggeri, continua l’odissea Wind Jet. I lavoratori della compagnia low cost catanese, da ieri in cassa integrazione a tempo indeterminato, attendono con crescente preoccupazione gli sviluppi della vicenda.
I sindacati temono che Wind Jet abbia bluffato per prendere tempo, nella speranza che si facciano avanti nuovi acquirenti, e chiedono all’azienda chiarimenti rispetto a come intende procedere, con quali partner, e soprattutto con quali garanzie per i 504 dipendenti (che nel trasporto aereo prevede quattro anni a cui se ne aggiungono tre di mobilità). Se il prossimo passaggio sarà una New. Co., avvertono, nessuno dovrà restare fuori. Forte apprensione anche per i 300 lavoratori dell’indotto che non sono coperti dalla cassa integrazione. Il 50% dei dipendenti della Katanè che si occupa dell’handling rischia di essere licenziato senza ammortizzatori.
Il segretario territoriale Cisl, Rosaria Rotolo, ha annunciato un’assemblea dei lavoratori Windjet per il 25 agosto, all’indomani della deadline fissata dal governo. Fino ad allora, continuerà il presidio allo scalo di Fontanarossa. Il 24 agosto, al tavol convocato dal ministro dei Trasporti, la low cost catanese dovrà rivelare l’identità dei soggetti interessati all’azienda e si giocherà a carte scoperte.
«Se non dichiarerà nulla, il governo in qualche modo dovrà intervenire perché non si può consentire che Wind Jet blocchi il traffico aereo con tutte le conseguenze, anche occupazionali. Se le risposte saranno positive e confortanti il problema si potrebbe superare, ma se non sarà così dal 25 in poi non si sa cosa può succedere», afferma Alberto Grasso, responsabile Trasporto aereo della Filt Cgil. «Il fatto che la compagnia non abbia seguito la strada indicata dal governo non è una rassicurazione », incalza Rotolo.
I sindacati esprimono sconcerto per la decisione di Wind Jet di rifiutare il commissariamento e scetticismo rispetto alla via d’uscita prospettata a sorpresa dall’azienda alla vigilia di Ferragosto. E al contempo invocano una riflessione globale sul sistema del trasporto aereo ormai al collasso. Wind Jet è solo la prima di una lunga serie di questioni su cui il governo è chiamato ad intervenire.