Così ha ribadito nella sua omelia di stasera monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, che ha presieduto la concelebrazione Eucaristica in chiesa madre a Marsala, nell’ambito dei lavori della 63ª Settimana Liturgica Nazionale. Per Crociata è stato un ritorno nella chiesa della quale è stato per più di dieci anni arciprete, prima di essere nominato vicario generale della Diocesi di Mazara del Vallo e poi Vescovo di Noto. «Riusciremo a ritrovare il vigore della fede? Sono convinto di sì, e precisamente in ragione di ciò che stiamo facendo. Radunarsi per fare memoria di un testimone di Dio e della verità come Giovanni Battista, ma soprattutto per celebrare la vittoria sul male e sulla morte conseguita una volta per tutte da Cristo Gesù, è segno e frutto di un risveglio in atto». E Crociata ha ribadito: «Perché il risveglio si compia abbiamo però bisogno di adempiere ad alcune condizioni che proprio questa Settimana invita a recuperare, con il suo additarci l’Anno liturgico quale parabola e tirocinio del nostro “Pellegrinaggio nel tempo. Alla sequela di Cristo”, l’itinerario educativo si snoda con la vitale necessità della comunità cristiana di curare la centralità e la qualità della liturgia al di sopra di tutto, senza lasciarla soltanto alla presunta competenza di alcuni specialisti». Crociata ha ribadito che «centralità e qualità chiedono cuore, intelligenza, tempo e rapporto con l’esistenza intera. Nell’equilibrio tra queste condizioni le nostre persone vengono plasmate dalla luce e dalla forza dello Spirito del Risorto, che nel trascorrere del tempo non cessa di formare il corpo del Cristo vivente in eterno». E in conclusione monsignor Crociata ha detto: «Di qui scaturisce l’auspicio e la preghiera che da questo estremo lembo d’Italia le nostre comunità ecclesiali si lascino ancora una volta raggiungere e toccare dalla potenza della Parola e dello Spirito, che non teme stanchezza e decrepitezza per fare nuova ogni cosa».