Di tale disagio si è fatto interprete Enzo Maggio, rappresentante sindacale della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), che stamani ha incontrato il sindaco Giulia Adamo per chiedere che “le Istituzioni vengano in aiuto dei viticoltori che già subiscono la grave crisi economica e settoriale”. Alla manifestazione di totale disponibilità del sindaco Adamo, ha fatto seguito un colloquio telefonico con il questore di Trapani Carmine Esposito che – ha fatto sapere – programmerà un incontro con il dirigente Matteo Bonanno, dirigente del Commissariato PS di Marsala. “Le Istituzioni devono fare sentire la propria concreta vicinanza agli agricoltori, afferma Giulia Adamo; occorre predisporre un adeguato servizio di controllo nei vigneti, vigilanza che non può essere rimessa agli stessi viticoltori”. Intanto, nell’attesa che le competenti Autorità avviino questa azione di coordinamento nel territorio, il sindaco ha già concordato con il comando della Polizia municipale un piano di intervento immediato. “Effettueremo dei controlli nelle cantine e tra i privati che acquistano le uve, al fine di accertare che sia certificata la provenienza dello stesso raccolto, afferma Adamo. Denunceremo le illegalità e, in tal senso – ovviamente - confido anche nell’azione di vigilanza dell’Ispettorato agrario”.
I FURTI D'UVA. Le stazioni dei carabinieri della provincia di Trapani, la più vitata d’Italia, vedono in questo giorno un via vai continuo di agricoltori. Tutti a denunciare la stessa cosa: ci hanno rubato l’uva.
I furti avvengono di notte, nei modi più diversi. C’è chi ha visto allontanarsi dal campo gruppi di persone con i sacchi della spesa stracolmi di uva, o delle grosse bacinelle di plastica legate al collo, ma c’è chi giura anche – nelle denunce fatte – che in realtà ad agire sono vere e proprie bande criminali, organizzate con tanto di furgoni e maestranze, per lo più immigrati senza permesso di soggiorno, che in questo periodo accorrono in massa in Sicilia Occidentale per lavorare in nero.
Fanno la vendemmia notturna. Non quella che ha reso celebre le cantine Donnagufata, a Contessa Entellina. Questa vendemmia notturna è un’altra cosa. Non è roba da winelovers. Più prosaicamente, si tratta di furto d’uva.
“Ogni anno si verificano episodi di questo genere – dichiara Enzo Maggio – solo che quest’anno l’escalation è stata impressionante, e in campo non ci sono dilettanti, ma vere e proprie bande che si muovono tra Mazara, Marsala e Petrosino. E’ una roba mai vista, che fa passare in secondo piano i danni del grande caldo che la Sicilia ha sofferto questa estate e che ci ha costretto a cominciare la vendemmia già ai primi di agosto”. La colpa potrebbe essere della crisi, che spinge i criminali a cercare nuove forme di profitto facile. I campi non hanno guardiania, spesso si tratta di terreni lontani dai centri abitati. A ciò va aggiunto che il prezzo delle uve, anche se di poco, quest’anno è aumentato. “Il danno è doppio - spiega Maggio – perché le viti vengono tagliate male, e le vigne vengono irrimediabilmente danneggiate anche per la stagione successiva”.
Aggiunge Maggio: "Dovrebbe esserci più vigilanza nei vigneti, perché ne va del nostro lavoro”. Di videosorveglianza, una delle richieste fatte dagli agricoltori in assemblea a forze dell’ordine ed enti locali, neanche a parlarne: troppo difficile controllare terreni così estesi. La soluzione è allora un’altra: le ronde. “Chi può – racconta Maggio - si affida agli istituti di vigilanza, ma sono in pochi a poterselo permettere”. Un agricoltore ci ha raccontato “Nella nostra cantina sociale, dopo i primi furti, ci siamo organizzati in gruppi. A turno, di notte, tre o quattro tra noi girano i terreni per controllare che non ci siano strani movimenti. Una faticaccia, ma ne vale la pena. E’ bastato farlo sapere in giro che da un po’ di giorni sembra sia tutto tranquillo”. Le ronde degli agricoltori continueranno ancora per qualche giorno. La vendemmia sta terminando, mancano solo le ultime uve nere, poi sarà il tempo di bilanci, la parola passerà alle cantine ed agli esperti. “E per fortuna che sta finendo – commenta il viticoltore – perché con quanto costa la benzina, girare da versante per fare la guardia ai nostri terreni ci sta costando un occhio della testa”. Non si tratta comunque di un fenomeno solo locale. Secondo la Cia, in Italia nel solo mese di Settembre si sono registrati 150 episodi al giorno di furti di uva (il 70% in più rispetto al 2010) per un danno calcolato in 4,5 miliardi di euro.