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17/09/2012 04:54:48

Porto di Marsala. False le carte del progetto pubblico voluto dal Sindaco Adamo. Indaga la Procura

C’è già il progetto alla Regione, ha detto. Neanche a Marettimo avrebbero fatto come ha fatto il Sindaco Carini, ha aggiunto. Che scandalo: regalare il porto ad un privato per 60 anni. Ci sono 50 milioni di euro per mettere in sicurezza il porto di Marsala, evviva.

100 giorni dopo, però, il porto ancora non c’è. E certo, mica un porto si fa in tre mesi. E poi qui ancora si litiga. Quante scorie ci ha lasciato questa campagna elettorale, quante denunce, querele, accuse di bugie. Eppure ogni tanto bisognerebbe lasciare da parte le beghe politiche. Ed occuparsi della città. Ad esempio, occuparsi davvero del porto. E alzare lo sguardo.

Uno si affaccia su quella specie di porto che c’è a Marsala, guarda il mare. E ragiona.

Ragionando, la prima cosa che si capisce è che davanti al porto c’è il mare, ovvio, e, soprattutto, c’è tanta posidonia.

Cos’è la posidonia? Benedetta Wikpedia, ce lo spiega lei: la Posidonia è una pianta acquatica, endemica del Mar Mediterraneo. Ha radici, fusto e foglie e produce dei frutti che conosciamo tutti, sono quella specie di patate marroni e leggere che troviamo nelle nostre spiagge. Nell’ecosistema del Mar Mediterraneo la posidonia è una specie protetta, perchè libera ossigeno nel mare, offre riparo ai pesci, consolida il fondale, previene l’erosione costiera, smorza le mareggiate.

Se non vi va di cercare su Wikipedia c’è in alternativa “Giulia - pedia”, l’enciclopedia personale del Sindaco di Marsala, Giulia Adamo. Per lei il patto di stabilità - abbiamo appreso qualche giorno fa - è invece un “patto di stupidità”. E un po’ più giù, nel suo vocabolario, la posidonia è “erbetta”.

Eppure questa “erbetta” è protetta dalla legge. Nel mare dove c’è posidonia non si può far nulla. E il porto di Marsala ha davanti tanta, tantissima posidonia.

Questa “erbetta” è un’alga lunga, lunghissima. Che ha anche un filo ideale. Comincia davanti al porto di Marsala, ed arriva dritta dritta in Procura.

Fino a poco tempo fa esisteva un progetto per la costruzione di una diga antemurale per la messa in sicurezza del porto di Marsala. Costo: 14 milioni di euro. Un biscottone da collocare davanti l’imboccatura del porto. Alla Regione però fanno la mappatura del mare antistante al porto, e scoprono che c’è tanta posidonia. Quindi la diga, cioè il biscottone, non si può fare. Cade tutta sulla posidionia. Bisogna cambiare progetto. Se si guarda una foto dall'alto del porto di Marsala (è presa dai motori di ricerca...), la posidonia si vede anche ad occhio nudo. L'immagine è questa a fianco.

Dato che il Comune di Marsala ha nel frattempo attivato la procedura per la creazione dell’area portuale, con il contestuale affidamento ai privati, viene chiesto alla società aggiudicataria, la Myr, di pensarci loro alla sicurezza del porto. Alla Myr questo costerebbe 12 milioni di euro. Però forse ne vale la pena: meglio intervenire subito per fare un’opera senza la quale il porto non si può costruire, che aspettare i tempi morti della Regione, che dovrebbe rifare il progetto.

E invece la Regione non sta ferma. Nel 2010, in parallelo al Comune di Marsala, per la realizzazione del porto si muove anche la Regione Siciliana, tramite un interessamento diretto di Giulia Adamo, deputato all’Ars. E’ lei stessa che annuncia che è stata affidata la progettazione della messa in sicurezza del porto direttamente al capo del Genio Civile delle Opere Marittime, l’ingegnere Pietro Viviano. “Così risparmiamo un sacco di soldi e non diamo il porto ai privati” dice Giulia Adamo. 
Dimentica di dire alcune cose. Nell’ordine: il progetto pubblico della Regione costa 50 milioni di euro, non i 12 milioni che costerebbe ai privati, nè i 14 del primo progetto. E sono soldi pubblici. Viviano, poi, è capo di un ente che in quel momento sta valutando un progetto, quello dei privati, che è incompatibile con il progetto che sta redigendo. C’è un bel conflitto di interesse. Viviano, inoltre, è un fedelissimo di Giulia Adamo, è stato anche suo consulente ai tempi in cui la nostra era Presidente della Provincia.
Chi progetta e dirige l’opera in questione si prende il 2% circa di onorario. Su 50 milioni di euro, fatevi i conti voi. Costa così tanto, il progetto, perchè prevede l’allargamento a dismisura dei piazzali. C’è da accontentare un sogno segreto di Giulia Adamo: fare arrivare a Marsala, come già accade, nell’odiata Trapani le navi da crociera.

A Gennaio del 2012 cominciano già i lavori di carotaggio davanti al porto di Marsala. Il progetto pubblico redatto da Viviano viene depositato a fine Aprile. Adamo ne fa materia di campagna elettorale: "Il progetto pubblico è stato analizzato in tutti i dettagli. E' esecutivo e cantierabile".

Una volta eletta Sindaco, Giulia Adamo decide dunque di sposare il progetto pubblico che lei stessa ha sponsorizzato da deputato regionale. Tant’è che alla conferenza di servizi del 7 Giugno sul progetto privato - che nel frattempo va avanti, in una situazione sempre più grottesca - dal Comune di Marsala non si presenta nessuno. Come dire: questa cosa non ci interessa.

Interessa però a Viviano, che è progettista dell’opera pubblica concorrente, e che è anche il rappresentante del Genio Civile Opere Marittime. E’ Viviano che dà in quella sede un parere negativo al progetto privato.

Il Comune di Marsala continua a spingere sul progetto pubblico. Il Sindaco Adamo, il progettista Viviano e tutti fanno anche una foto di gruppo durante una riunione che segna, dicono ”un ulteriore passo avanti per la messa in sicurezza della struttura portuale”.

Ora lo possiamo dire: è tutta una presa in giro.

Perchè mentre Adamo e Viviano si fanno i complimenti a vicenda sul progetto del porto, finalmente qualcuno, l’assessorato alle Infrastrutture della Regione Siciliana, decide di vederci chiaro. Le due opere, pubblico e privato, sono incompatibili, così non si può andare avanti. All’assessorato acquisiscono i due progetti, spulciano un po’ le carte.
E spunta la posidonia. Una società privata, la Prisma, ha fatto la ricognizione dei fondali, e ha disegnato una mappa contrassegnando le zone dove c’è posidonia. Una cartina colorata, roba che piace ai bambini.  Dove è verde vuol dire che c’è posidonia e non si può fare nessun tipo di molo o barriera. La ditta produce il suo elaborato il 4 Ottobre 2010.

Il progetto della Regione di qualche anno fa (quello economico, 14 milioni di euro) era stato bocciato perchè cadeva tutto sulla posidonia. Ma con grande sorpresa, i tecnici della Regione scoprono che anche il progetto nuovo, quello che costa 50 milioni di euro e redatto da Viviano, poggia sulla posidonia, solo che qualcuno ha cambiato la mappa, e ha fatto diventare la zona vietata di un altro colore, per dire: si può costruire. Il verde diventa marrone. Lì dove la mappa diceva posidonia, adesso dice "posidonia morta".

Stessa mappa, stesso documento, stessa data, stessa elaborazione: un altro risultato. La posidonia scompare. E il progetto di Viviano  come per incanto, è fattibile.

Magia. O reato.

A proposito di reati. A firmare il progetto del porto di Marsala, con l’ingegnere Pietro Viviano è tale Leonardo Tallo, come direttore tecnico. Tallo, 48 anni, è collega di Viviano. Ed è stato arrestato lo scorso 4 Giugno. Da progettista e direttore dei lavori, è coinvolto in un indagine sul cemento depotenziato utilizzato per la costruzione del porto di Balestrate. Ha attestato falsamente, secondo la Procura, i volumi del porto, e non ha vigilato sulla qualità dei lavori. Secondo i magistrati, dalla progettazione al collaudo, il porto di Balestrate è tutto un falso, tutto un unico corpo di reato.

Ma torniamo a Marsala. La parola fine al progetto pubblico la mette proprio l’Assessorato alle Infrastrutture. Che si accorge del’anomalia e manda tutte le carte in Procura. La Procura è quella di Trapani (è competente perchè responsabile del procedimento è il Genio Civile di Trapani). Ma il procuratore Capo di Trapani, Marcello Viola, le carte ce le ha già. La polizia giudiziaria ha fatto un blitz ed ha acquisito tutti i faldoni della progettazione del porto di Marsala il 30 Luglio.
Sempre l’Assessorato, dal canto suo lo scorso 10 Agosto scrive all’Ingegnere Viviano ed al Genio Civile di Trapani: il progetto pubblico si basa su una documentazione falsa. In burocratese si parla, elegantemente, di “difformità tra gli elaborati”. “Le tavole non sono conformi alla mappatura della posidonia elaborata dalla ditta Prisma”. Ancora: “c’è una vasta prateria di Posidonia oceanica nei fondali sui quali dovrebbe insistere la diga antemurale” del progetto tanto caro al Sindaco Adamo. La mappa allegata a quel progetto è difforme a quella fatta dalla Prisma, che ha consegnato le vere mappe, ufficiali, in un Dvd, dietro richiesta della Regione.
Chi ha fornito a Viviano la mappa falsa? Come può il Genio Civile delle Opere Marittime non accorgersi del falso e progettare un porto, in pratica, sulla posidonia? Il 25 Luglio l’Assessorato ha indetto una riunione per capire cosa sia successo. La riunione “non ha sortito alcun effetto”.

Ricapitolando: il progetto pubblico per il porto voluto da Giulia Adamo è morto. Se se ne parlerà ancora in futuro sarà per le possibili conseguenze giudiziarie. Qualcuno ha mentito e ha falsificato un atto fondamentale per la bontà della progettazione. Solo per caso ci si è accorti dell’inganno.
Il progetto è morto perchè le opere ricadono su un fondale in cui è presente una prateria di posidionia, alga protetta.
Il porto, quello venduto da Adamo in campagna elettorale ai marsalesi, è una bufala. Lo dice la Regione. Tocca adesso al Sindaco Giulia Adamo, all’ex presidente del consiglio comunale Oreste Alagna, al Pd di Marsala, spiegare come stanno le cose, se sapevano o meno, se erano complici o no. Se sono stati presi in giro o se hanno retto il moccolo a qualcuno. Resta al momento il fatto che ancora una volta, su una infrastruttura così importante e strategica per lo sviluppo della città i marsalesi sono stati presi per i fondelli. E speriamo che almeno per una volta la politica riesca a fare chiarezza prima della Procura. A Balestrate, ad esempio,  non ci sono riusciti.