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19/09/2012 07:50:06

Totò Riina, parla il figlio: “Non fu Provenzano a tradire mio padre”

“NON E’ STATO PROVENZANO A TRADIRE MIO PADRE” - È stato Bernardo Provenzano a tradire il Capo dei Capi? È stato lui a far arrestare suo padre? «No. Assolutamente no. Sicuramente ha fatto comodo a qualcuno dirlo». Allora chi è stato a tradirlo? «Non lo so. Ma non è stato Provenzano. Erano amici. Mio padre  Non ha mai creduto in un suo tradimento. Non ci crede lui e non ci credo io».

SU OGGI IN EDICOLA - Parla per la prima volta Giuseppe Salvatore Riina, terzogenito del Capo dei Capi, che oggi vive e lavora a Padova dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa. Lo fa in un’intervista al settimanale Oggi, nel numero in edicola.

SU BORSELLINO - Alla domanda: «Suo padre ha affermato che il giudice Paolo Borsellino sarebbe stato ucciso da uomini dello Stato e non dalla mafia?», Giuseppe Salvatore Riina, detto Salvo o Salvuccio, commenta: «Se lo ha detto avrà avuto i suoi buoni motivi». E dopo 20 anni siamo ancora in attesa della verità (LEGGI | FOTO | VIDEO).

IL PENTIMENTO DI PROVENZANO – Sulle indiscrezioni circa un presunto tentativo di suicidio di Provenzano e un suo possibile pentimento, il figlio di Totò Riina dice: « Comprensibile, forse, la prima notizia: un uomo anziano e malato in regime di 41-bis che decide di togliersi la vita. Dell’altra non penso niente, ci sarebbe da riflettere su altro: perché far trapelare la notizia?».

“NON VEDO MIO PADRE DA 10 ANNI” – Con Oggi Salvo Riina parla anche del suo desiderio di vedere il padre: «Non vedo mio padre da dieci anni. Non lo tocco da venti. Di lui so che sta male, che è stanco, malato (FOTO | VIDEO). Ha il Parkinson e un cuore malandato. Vorrei abbracciarlo, certo, ma so che lo farò solo quando sarà morto».

“AMA LE CANZONI DI CLAUDIO VILLA” - Dice di ricordarlo così: «Ama la musica, le canzoni di Claudio Villa. Mi ha insegnato a rispettare gli altri… perché non è l’uomo descritto dalle cronache giornalistiche o dalle sentenze, ma un padre affettuoso, pieno di attenzioni e di principi. A mio padre piaceva cucinare, curare il suo orto e le sue piante. In tutte le case che abbiamo avuto c’è sempre stato un giardino e un pollaio: mio padre ci passava le ore fra galline e conigli. Amava gli animali. Ci sono sempre stati cani e gatti in casa nostra».

SCRIVERA’ UN LIBRO - Quindi annuncia la decisione di scrivere un libro. «Sono stato considerato un appestato, esiliato da Corleone, volevano cacciarmi anche da Padova. Hanno cercato di infangare anche chi mi ha aiutato. Con questo libro ho cercato di mostrarmi per quello che sono. Di svelare particolari della mia vita. Non sono il boss prepotente e sbruffone che hanno dipinto. Sono un uomo che vuole riappropriarsi della sua vita. Anche se mi chiamo Riina».