E che poi rimasero disoccupati, a differenza degli altri loro colleghi, quando, poco tempo dopo, iniziò a gestire il servizio la Csi di Sciacca. Alla fine del 2010, però, il Tribunale civile, sezione lavoro, diede loro ragione, condannando, in solido, la Sss e il Comune ad un risarcimento complessivo di circa 220 mila euro. E i sette autisti - che nel febbraio 2008 si incatenarono a Palazzo VII Aprile - hanno vinto la causa anche in appello, anche se i giudici palermitani hanno «limato» le cifre da riconoscere. E non avendo la Sss somme in cassa, dovrà essere il Comune a sborsare l’intera cifra. Nell’esposto presentato alla magistratura nel 2007 si affermava che la Sss applicava agli autisti un contratto di lavoro analogo a quello delle coop di facchinaggio e trasporto merci. E per questo motivo erano retribuiti con un salario pari a 6,60 euro lordi per ogni ora di servizio, mentre il datore di lavoro avrebbe introitato (prima dal Comune, poi da Marsala- Schola) l’importo di 14,03 euro.