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23/10/2012 06:37:53

Operazione antimafia a Palermo. Oltre 40 arresti

Un blitz concluso all’alba del 23 ottobre dagli uomini del questore Nicola Zito ha disegnato la nuova nomenclatura di Cosa Nostra fra la Noce che fa da capofila e altri due quartieri ad alto rischio mafia, Altarello e Cruillas-Malaspina, facendo scoprire una rete di agenzie per le scommesse, traffici di stupefacenti, pestaggi a negozianti titubanti e una serie di estorsioni a tappeto. Con richieste di pizzo e danneggiamenti che non hanno risparmiato nemmeno la produzione Rai di “Magnolia film” per la fiction “Il segreto dell’acqua” andata in onda lo scorso inverno con Riccardo Scamarcio per protagonista.
I CAPI DEI CAPI – Il romanzo criminale dei mafiosi di Palermo sembra ormai davvero un film. Al vertice dei tre quartieri ci sono Gaetano Maranzano per Cruillas, Vincenzo Tumminia per Altarello e soprattutto Fabio Chiovaro alla Noce, il più autorevole della terna, nonostante l’appellativo di “’u picciutteddu”, cioè il ragazzo, visto che il numero uno, seppure agli arresti domiciliari, resta Franco Picone. Un provvedimento giudiziario di 700 pagine firmato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Francesco Del Bene, Lia Sava e Gianluca De Leo dopo due anni di indagini che hanno avuto come registi il vicequestore aggiunto Antonio De Santis e il capo della Mobile Maurizio Calvino. Un lavoro condensato in una aggiornata mappa aggiornata dei clan. Anche con intercettazioni che hanno permesso di filmare summit di mafia dai quali si capisce che “’u picciutteddu” conta molto di più di “Nasone” e “Pinuzzu a vacca”, come vengono chiamati in loro assenza due mafiosi da macchietta: Salvatore Seidita per il naso grosso che si ritrova e Giuseppe Sammartano per i suoi cento e passa chili.

LE CARTE DI CHIOVARO – Eloquente una intercettazione con un commerciante che, avendo appena aperto un negozio alla Noce, vuole sapere da un emissario della zona a chi rivolgersi per la cosiddetta “messa a posto”. Prova di una tendenza dura a morire, nonostante tanti impegni su legalità e antimafia. E il boss rivela: “E’ il ‘picciutteddu’ che fa carte, te lo dico io. Però comandati da Franco Picone...”.

LA RECITA DELL’ESATTORE - C’è chi protesta e viene bastonato, ma c’è chi si ribella e consente di incastrare l’esattore, come accade per la ristrutturazione di una scuola affidata a una ditta di Alcamo. In azione Giuseppe Sammaritano che ne parla con un altro boss, Santino Chiovaro, ignari delle ‘cimici’, decisi a racimolare 25 mila euro: “Non si devono portare i soldi ai “cristiani”? Ohu! Si ci devono portare i soldi!”. Esilarante una sorta di monologo a soggetto recitato dallo stesso Sammaritano che, mentre andava all’incontro con l’imprenditore, ripassava ad alta voce il discorso di tono intimidatorio che era intenzionato a rivolgergli, senza sapere di essere registrato dalle microspie collocate all’interno della sua autovettura. Facendo la prima voce: “Mi dia mille euro in qualsiasi modo. Per accomodare, dammi mille euro”. “Credimi, neanche posso andare a comprare la spesa”, si risponde cambiando tono e immaginando la probabile risposta dell’imprenditore per sottrarsi alla richiesta. E replica risentito a se stesso: “Ma che minchia dici? Te lo faccio io il conto... a che siamo qua... questi mille euro me li devi dare a me... ce ne vogliono di più... Gli faccia avere qualche mille euro pure a quello... Fagli avere qualche mille euro pure a Fabio...! Io stesso, se fossi in te, io pagherei per te, per me e per lui”.

FILM COMMISSION - Sempre all’opera la Film Commission di Cosa Nostra. Con i rampolli di Enzo Castagna in scena. La stessa che opera dai tempi del “Padrino parte III”, pronta a ricordare i “servizi” resi già nel ’70 alla ignara produzione di Francis Ford Coppola, e a minacciare ancora oggi registi e produttori di utilizzare i propri server per abiti di scena e comparse, mezzi e transenne al set, mostrando i locali dove non manca alcuna attrezzatura, pure le casse da morto, primaria attività di questa bizzarra holding specializzata in funerali. Le indagini stavolta si sono concentrate sui fratelli Tognetti e su Tommaso e Gaetano Castagna per le sopraffazioni tentate sui responsabili della “Magnolia film production”, l’anno scorso impegnati a Palermo nella fiction “Il segreto dell’acqua” andata in onda pochi mesi fa sulle reti Rai con Scamarcio per protagonista. Offrivano un aiuto “per potere ‘girare’ con tranquillità”, prospettando la possibilità di furti di materiale, danneggiamenti agli strumenti di ripresa ed al set, disordini nella fase di realizzazione delle scene, tutto invece scongiurato solo in presenza di personale della agenzia Castagna, come ripeteva il determinato Tommaso nel colloquio con un responsabile di “Magnolia”: “Domani puoi chiamare il reggimento dei carabinieri, domani ti faccio vedere io. Noi siamo come la Cina, siamo tremila i Castagna. Arrestano a me e ci sono i miei parenti, i miei amici. Hai capito? Del carcere non ci spaventiamo". E fu così assunto come "capogruppo di set" con il fratello Gaetano che, a sua volta, riuscì a piazzare la moglie e un gregario come addetto alla sicurezza.

LA SCALATA DEGLI STIDDARI – Ci aveva provato un gruppetto composto da Giuseppe Sammartano, Umberto Maltese, Antonino Bonura, raccolti intorno a Salvatore Seidita, a scalare il governo del quartiere Noce ai danni del boss Franco Picone, “impossibilitato”, come dicevano loro perché agli arresti domiciliari. Ma furono scoperti alcuni mesi fa, appena uscito dal carcere il “delegato” di Picone, Fabio Chiovaro “’u picciutteddu”: “Stavano facendo la squadra per scavalcare il Picone, preparavano il ribaltamento, come gli stiddari di Gela...”. La reazione non si fa attendere, con veri e propri atti punitivi. Soprattutto contro Giuseppe Sammartano, considerato la vera anima del tentato golpe, prima con il danneggiamento di un suo escavatore e poi con la completa distruzione della sua Smart, data alle fiamme da un giovane ripreso dalle telecamere della polizia. Un attentato commentato in diretta da Sammartano con il figlio: “Sono cose che capitano”. Cosciente delle ragioni della punizione.