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27/10/2012 04:38:07

Tagli dalla Regione Siciliana. Protestano i Sindaci dei comuni dell'isola

 Nel frattempo, per compensare le minori entrate, sono state aumentate al massimo Imu, Tarsu e Irpef, e i dieci dodicesimi dei bilanci sono stati impegnati. Come faranno ora a gestire con metà entrate in meno, quando già non riescono a pagare gli stipendi?
Non basterà tagliare i servizi sociali, e senza cambiamenti sostanziali dalla Regione i sindaci saranno costretti a dichiarare il default.
In questa battaglia i primi cittadini trovano al loro fianco i lavoratori comunali, degli Ato rifiuti e delle aziende di trasporto che non prendono stipendi da mesi, e i sindacati. Ma cercano di coinvolgere anche i cittadini, sui quali ricadono i massimi disagi. 
L’«onda lunga» della protesta è partita dalla provincia di Ragusa: gli 11 sindaci, dopo avere deciso di consegnare le fasce tricolori al prefetto, hanno raggiunto ieri
la sede dell’assessorato regionale Autonomie locali, a Palermo, e l’hanno occupata dopo un sit-in e un incontro dal quale non sono giunte rassicurazioni.
Era stato richiesto un tavolo congiunto fra gli assessorati Autonomie locali ed Economia per modificare i criteri di ripartizione delle somme, ma invano. Eppure
cose che non convincono ce ne sono: ad esempio, i Comuni montani e con meno di 5 mila abitanti riceveranno l’1,5% in più rispetto allo scorso anno.
La sortita ragusana è stata sostenuta da centinaia di lavoratori giunti a bordo di pullman e dai dirigenti della Cgil-Fp, sindacato che ha proclamato lo stato
d’agitazione della categoria.  Durante la giornata sono giunte telefonate di solidarietà dai colleghi di Catania, Messina e Trapani che stanno vivendo difficili situazioni finanziarie.
I sindaci del Ragusano hanno avviato lo sciopero della fame e hanno chiesto ai presidenti dei Consigli comunali di convocare sedute straordinarie per spiegare ai cittadini quanto sta accadendo. Michele Palazzotto, segretario regionale Cgil-Fp, riferisce che digiunano anche parecchi dipendenti.
Al gruppo di occupanti si è aggiunto il sindaco di Monreale, che con 37 altri Comuni dell’Isola non ha ricevuto, per misteri della burocrazia, neppure i precedenti
mandati e ora si vede negare il fondo dei precari, che aveva anticipato dalle casse comunali: la Regione lo sta usando per pagare gli stipendi ai lavoratori di Ciapi e sportelli multifunzionali.
Risultato: comunali senza stipendio da agosto, spazzini a secco da luglio, addetti alla linea di trasporto non pagati da sette mesi. Filippo Di Matteo martedì
manifesterà con 350 fra comunali, precari, operatori ecologici e autisti all’assessorato regionale al Lavoro. Frattanto, si ritrova il municipio occupato dai forestali
(600 famiglie senza soldi) e dalle mogli degli addetti dell’Ato rifiuti. E c’è chi, come 500 bagheresi, stufi delle stangate fiscali decise per coprire i tagli della Regione, sono passati alle vie di fatto occupando il palazzo di città per ottenere la revoca del raddoppio della Tarsu che servirà a pagare gli stipendi ai
comunali.