Lo ha detto nel pomeriggio di ieri , il procuratore capo di Trapani, Marcello Viola, a conclusione della lunga ispezione cadaverica eseguita dai medici legali di Palermo sui corpi di Michele Cernigliaro e Giovanni Renda, trovati ieri morti all'interno della loro abitazione.
Nel piccolo appartamento al secondo piano di corso Vittorio, sono stati trovati un cucchiaio e due siringhe ma, per due soggetti che orbitano nel mondo dello spaccio di stupefacenti, gli oggetti non necessariamente sono legati al loro decesso.
La morte di entrambi risalirebbe almeno a mercoledì scorso. Giovanni Renda, una delle due vittime, che ha precedenti per spaccio, rapina e lesioni, è stato visto l’ultima volta martedì pomeriggio.
A dare l’allarme ai carabinieri sono stati gli inquilini del primo piano della palazzina, che hanno notato, stamani, una estesa macchia rossastra sul soffitto di casa: sangue e liquidi biologici fuorusciti dai due corpi in putrefazione, che si sono infiltrati dal pavimento del piano superiore fino a penetrare il tetto.
“Anche la posizione dei cadaveri – ha detto il procuratore Viola – sarebbe compatibile con una morte non violenta; ma è presto per poter escludere altre cause. Le indagini, pertanto, proseguono non tralasciando nulla”.
Le perquisizioni effettuate nell’appartamento, come pure nelle autovetture delle due vittime, hanno dato esito negativo. Nessuna traccia di stupefacenti. Se, pertanto, Michele Cernigliaro e Giovanni Renda, sono morti per overdose, le sostanze iniettate erano le uniche di cui disponevano.