Ma era nelle previsioni: solo il nostro primo cittadino credeva che il Ministro Severino potesse ricredersi sulla chiusura del carcere di Marsala. Adamo si era detta convinta di avere tutti dalla sua parte: l'Udc, Casini, l'ex prefetto Ferrante (oggi senatore dell'Udc). Ha chiesto un appuntamento al Ministro: non l'ha ricevuta. In compenso è venuto a Marsala il sottosegretario Mazzamuto, a dare ascolto al primo cittadino e ai rappresentanti degli avvocati. Ma ogni dossier, viaggio della speranza, è stato vano. Ogni petizione inutile. Il carcere di Marsala chiude davvero, come nelle previsioni. L'unico risultato ottenuto da Giulia Adamo è che chiude con sei mesi di ritardo.
La notizia è stata comunicata al Sindaco dal Ministero della Giustizia che avrebbe già dato disposizioni al direttore della struttura di iniziare il trasferimento dei detenuti in altri carceri. “E’ una decisone assurda contro la quale abbiamo lottato con tutte le nostre forze – sottolinea Giulia Adamo -. Purtroppo né l’intervento del sottosegretario alla Giustizia Salvatore Mazzamuto, né tanto meno quello dell’on. Pier Ferdinando Casini, sono riusciti nell’intento di scongiurare la chiusura del nostro carcere. Evidentemente è prevalsa l’azione del governo tecnico di Monti che così facendo mostra notevoli limiti nell’ affrontare i temi di grossa rilevanza, mancando di una corretta visione politica”. Non vale per il Sindaco di Marsala la politica dell’attuale governo tecnico che esegue tagli sono con la finalità di risparmiare. “Il problema a mio giudizio è quello che l’attuale governo tecnico esegue tagli con l’accetta senza capacità alcuna di distinguere tra ciò che effettivamente è superfluo e ciò che invece è necessario - prosegue Giulia Adamo. Non è stato un problema igienico e nemmeno di carenze strutturali. La casa circondariale di Marsala che ospita una cinquantina di detenuti non andava chiusa per tanti ordini di motivi fra cui la vicinanza al Tribunale e la possibilità dei familiari di andare a far visita ai loro detenuti in carcere senza essere costretti a trasferte in altre strutture penitenziarie”. L’auspicio del Sindaco è adesso quello che si possa presto tornare a parlare del nuovo Carcere. “Visto che non riusciamo ad interfacciarci con il Governo Monti, che non riflette prima di prendere certe decisioni – conclude l’Adamo – ritorneremo alla carica per fare in modo che il progetto abbandonato da Alfano e dal Pdl per il nuovo carcere possa essere ripreso e finanziato. Allo stato è l’unica soluzione per ovviare alla chiusura della struttura di Piazza Castello in cui la smobilitazione è ormai già iniziata”.
Dichiara Gioacchino Veneziano della Uilpa: “Senza ombra di smentita giorno 5 novembre sarà ricordato come la morte del carcere di Marsala, privando l’importante città lilybetana di un presidio importantissimo di legalità. Dobbiamo informare l’opinione pubblica, la nuova classe politica e le istituzioni – ha fatto sapere Veneziano – che la chiusura del carcere di Marsala non porterà nessun risparmio di spesa e che nessuno potrà gioire se coattivamente 50 dipendenti del carcere dovranno per forza “emigrare” determinando inoltre un maggiore sovraffollamento nei penitenziari della provincia di Trapani, alimentando una situazione già ampiamente compromessa a causa della carenza di mezzi, della mancanza di personale e di risorse economiche”. La Uilpa definisce quest'iniziativa di soppressione del carcere, un'ingiustizia totale perchè, sulle 206 carceri presenti in Italia, quello lilybetano è l'unico che verrà chiuso, quindi la provincia di Trapani e l'intera Sicilia pagherà l'altissimo prezzo di una scelta scellerata. “E' il momento – ha detto il coordinatore della Uil – che tutti, politici ed istituzioni locali, facciano il loro dovere per salvaguardare il territorio di Marsala da quest’ingiusto esproprio, perchè il concetto di risparmio non deve assolutamente ricadere solo sulla pelle dei lavoratori marsalesi. I dati del risparmio, con la soppressione del carcere, non sono reali, giacché la gravità del sovraffollamento in Provincia appesantirà il lavoro nelle carceri di Trapani, di Castelvetrano e di Favignana e, quindi, aumenterà l’attività di spostamento dei detenuti, dei magistrati e delle altre forze di polizia”. Come lo stesso sindacato ha ricordato, l'operazione di chiusura della Casa Circondariale della nostra Città, è nata da un decreto del lontano 2001, oggi rispolverato solo per rimpolpare gli organici delle carceri delle altre città della Provincia.