Sui passaggi intercorsi tra le due società e i bilanci di quella di Catania vuole fare chiarezza la Procura etnea che ha inviato militari della guardia di finanza a perquisire le sedi delle due aziende. L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Giovanni Salvi, al momento, è allo stato conoscitivo, quindi senza indagati. Il fascicolo, infatti, è aperto contro ignoti.
Ieri a Roma la Procura ha invece chiesto il rinvio a giudizio per gli ex amministratori delegati dell’Alitalia, Francesco Mengozzi e Giancarlo Cimoli, insieme ad altri cinque ex manager, per il crac dell’azienda, quando il tribunale ne aveva dichiarato l’insolvenza. Secondo l’accusa si sarebbe trattato di una ‘dissipazionè della compagnia di bandiera con “operazioni abnormi sotto il profilo economico e gestionale” che avrebbero causato perdite per oltre 4 miliardi di euro fino al 2007.
Le perquisizioni odierne chiudono la prima fase delle indagini preliminari avviate dalla scorsa estate dalla magistratura etnea che si è mossa su due fronti. Il primo aspetto dell’inchiesta riguarda la denuncia sporta dai legali di Windjet nei confronti di Alitalia sulla gestione delle trattative per l’acquisto della compagnia aerea o di suoi assetti patrimoniali. Il secondo, che la magistratura ritiene autonomo ma allo stesso tempo collegato, punta a verificare se sussistano reati nella gestione di Windjet e in particolare nella redazione della documentazione contabile. Già il 29 agosto scorso la guardia di finanza aveva proceduto al sequestro di documentazione negli uffici della low-cost.
“Le indagini – spiega il procuratore Salvi – sono in fase di accertamenti preliminari, finalizzati alla individuazione di responsabilità personali”. Il magistrato “precisa” che “per i fatti denunciati in danno di Windjet non sono state effettuate, allo stato, iscrizioni nei confronti di noti. La Procura della Repubblica – spiega Salvi – segue costantemente, e nelle sue attribuzioni, anche di carattere civilistico, lo sviluppo della vicenda”.
La trattativa tra Alitalia e Windjet, durata diversi mesi, ha avuto un primo punto di incontro il 13 aprile scorso, quando è stato firmato il contratto preliminare di acquisizione. Ma è seguita una rottura tra le parti: la dead line è fissabile il 29 giugno scorso, data di scadenza dell’acquisizione: per Alitalia la compagnia aerea siciliana non aveva presentato documenti chiesti sulla situazione patrimoniale e di bilancio; per Windjet era Cai che sperava di spuntare condizioni maggiormente vantaggiose, imponendo ‘condizioni vessatorie’ e usando a pretesto la necessità di ricevere documentazione da terze parti. Una contrapposizione che è diventata sempre più forte, fino alla rottura definitiva avvenuta il 10 agosto scorso, con la chiusura negativa del ‘dossier’.
Per Windjet, schiacciata da un debito 140 milioni di euro, sono arrivate offerte e proposte per evitare il fallimento, ma nessuna si è concretata. La società, il 30 settembre scorso, ha rivelato di essere pronta a ripartire, dal prossimo 6 dicembre, con un nuovo nome, Aereo linee siciliane, e nuovi colori. Tra meno di un mese si saprà se sarà così.