«Non si capisce - ha detto Crocetta il giorno del suo insediamento - perché gli insegnati della scuola pubblica sono incaricati tramite graduatorie, mentre quelli della formazione professionale debbano essere a chiamati a discrezione dei proprietari degli enti». Dopo aver dato il benservito al dirigente generale arrivato dal Piemonte, Albert, il presidente della Regione vuole andare fino in fondo: anche per dare a chi frequenta i corsi una formazione in grado di metterli sul mercato del lavoro.
Crocetta, di ritorno da Bruxelles,ieri sera ha incontrato a Roma il responsabile enti locali del Pd, Zoggia, il segretario siciliano, Lupo, e il segretario regionale dell’Udc, D’Alia. Un vertice di maggioranza già previsto e che dovrebbe sciogliere i nodi sugli assessori in quota ai partiti che hanno sostenuto Crocetta che ha sollecitato anche la designazione in giunta di donne. I nomi più gettonati sono sempre quelli di Raia e di Maggio del Pd e di La Rocca Ruvolo dell’Udc. Fra le tante indiscrezioni circolate, anche il nome dell’economista Paola Casavola del Dipartimento politiche di sviluppo del ministero guidato da Passera, che Crocetta ha sostenuto di non conoscere. Sarà della squadra il giudice della Dda di Caltanissetta, Nicolò Marino.
Ma Crocetta deve fare anche i conti con le richieste che arrivano dagli alleati confluiti nella lista «Crocetta presidente». Il movimento Territorio dell’ex-sindaco di Ragusa, Dipasquale formerà un gruppo autonomo all’Ars. Ma Dipasquale si attende anche la nomina ad assessore. Stessa richiesta, in base a un preventivo accordo con Rutelli, arriva dall’Api che era già rappresentata nel governo Lombardo con Spampinato.
Restano stabili le quotazioni di Leanza per l’Udc, partito che dovrebbe anche ottenere la presidenza dell’Ars per Ardizzone.
Le trattative di queste ultime ore sono state caratterizzate dalle scintille tra Pd e Udc. D’Alia vorrebbe un governo di soli tecnici, soluzione gradita al presidente. I democratici difendono i loro quattro nomi di politici: «Ognuno decida in casa propria». Ed è di difficile soluzione il rebus per la presidenza dell’Ars: l’Udc punta su Ardizzone ma Cracolici si muove autonomamente, cerca un asse con Leanza e voti dall’opposizione.
A Bruxelles Crocetta ha incontrato il commissario europeo per le Politiche regionali, Hahn: «Ha mostrato molta attenzione per la nostra situazione - ha detto il presidente della Regione - sulla possibilità di stornare la quota di cofinanziamento dal Patto di stabilità e rivedere, insieme con il governo nazionale, la programmazione per evitare di perdere risorse. Bisogna concentrare la spesa nelle infrastrutture e nella difesa del territorio. Peraltro, su circa sei miliardi di finanziamento, abbiamo speso 850 mlioni e 350 milioni non ci vengono rimborsati per anomalie nelle gare di appalto. Inoltre, ho dato ampie garanzie che l’aeroporto di Comiso aprirà e non restiuiremo i 20 milioni di euro già stanziati. Ho tenuto anche una conferenza stampa per dire agli investitori di venire in Sicilia perché adotteremo ferrei provvedimenti contro la mafia. Sono stato anche in commissione Antimafia per ribadire l’impegno per la legalità, ma ho anche detto che non vorrei che le imprese mafiose non lavorino in Sicilia e poi lo facciano tranquillamente a Parigi o Francoforte. Sono stato pure nella sede della Regione dove c’è un addetto stampa che guadagna dodicimila euro al mese e che tornerà subito a casa». Incontrando i giornalisti, Crocetta ha detto che la Sicilia vuol essere «la California d’Europa”.
Infine, così come aveva annunciato nella conferenza stampa nel giorno dell’insediamento, ieri sono stati versati ai comuni 95 milioni di euro per pagare i debiti con gli Ato. Somme che hanno destinazione obbligata e che i sindaci non potranno usare per altri scopi.
La prima seduta dell’Ars rischia di slittare a dicembre. Tra mancanza di fondi delle Corti d’Appello per pagare gli straordinari al personale, riconteggi e battaglie all’ultimo voto in alcuni collegi, ad oggi nessun deputato è stato proclamato eletto.
Il tutto nonostante siano trascorsi ben ventuno giorni dalla chiusura delle urne. E altrettanti ne potrebbero trascorrere prima della seduta inaugurale di questa sedicesima legislatura.