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19/11/2012 13:08:21

"Turismo e cultura: la Sicilia scippata dei fondi europei"

Bono dichiara guerra a chi, spiega, in qualche modo, anche con semplici omissioni, ha favorito questa sciagura. E il presidente della Provincia di Siracusa ha scritto a Monti e ai ministri Passera, Barca, Gnudi, Ornaghi per dire che, tanto per cominciare, lui avvia un’azione legale.

"Ho incaricato uno staff di legali - spiega Bono - di esaminare la questione e di promuovere tutte le azioni giudiziarie, nei confronti di chiunque colpevole, anche solo di omissione, e di avviare ogni azione tesa ad individuare tutte le responsabilità maturate in questi anni, per dare giustizia a popolazioni, che devono sapere chi ringraziare per essere state condannate ad un futuro di miseria e sottosviluppo". Inutilmente Bono urla da anni che i quattrini destinati allo sviluppo, alla promozione, alla crescita dei siti culturali- turistici delle regioni più disagiate italiane, si stavano perdendo. Ora ha anche riesaminato le tabelle degli investimenti, delle spese sostenute, dei soldi scomparsi e di quelli stornati e destinati ad altri progetti. E perciò ha rilanciato l’offensiva.

“In origine, erano stati stanziati 2 miliardi di euro, di cui circa 1.050.000,00 per il Poin Attrattori Culturali, destinato alle regioni ex Obiettivo 1, e circa 950.000,00 euro per il Pain. La prima misura, di esclusiva competenza delle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. La seconda destinata, oltre che a queste, anche alle regioni già uscite dall’Obiettivo 1, e cioè Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna. Dopo qualche anno, nel più assoluto silenzio, il Pain sparì senza lasciare traccia. Svanirono, quindi 950 milioni di euro che avrebbero dovuto creare nel Mezzogiorno la politica di sviluppo basata sulla cultura. Restò, sulla carta, solo il miliardo e 31 milioni del POIN, al netto di 19 milioni del primo disimpegno di risorse dell’Ue per il ritardo nella spesa. Ma il tempo è trascorso inesorabilmente, già oltre sei anni, senza riuscire a spendere correttamente un solo euro. In questi anni le autorità di Gestione sono cambiate sei volte.L’anno scorso lo Stato è arrivato a commissariare, per manifesta incapacità gestionale, le regioni inadempienti, sottraendo loro il diritto alla nomina dell’Autorità di Gestione, ma non è cambiato alcunché, anzi si è ulteriormente burocratizzata la struttura con l’aggiunta di organismi come l’incredibile "Tavolo di Coordinamento e Condivisione degli interventi".