Farne parte o presiederla è stato in questi quarant’anni una meta ambiziosa per le forze politiche che hanno gestito i Comuni del Belice . Stiamo parlando dell’organismo che ha erogato in questi anni i contributi per la ricostruzione dei fabbricati privati danneggiati dal terremoto del ‘68. Politicamente ha avuto lo stesso peso specifico di un assessorato, se non di più. Una Commissione dotata di poteri speciali, presieduta quasi sempre da un delegato del sindaco pro-tempore, per metà politica per la presenza di quattro consiglieri comunali ( due di maggioranza e due di minoranza) e per metà tecnica per la presenza di rappresentanti del Genio Civile, della Sovrintendenza, degli Assessorati regionali. Un’ invenzione per evitare gli interminabili passaggi che un progetto deve attraversare per essere approvato. Il fine è stato lo snellimento delle procedure in modo da assicurare una maggiore celerità della ricostruzione degli immobili distrutti e ridare la casa ai baraccati. Il meccanismo nel corso degli anni ha funzionato quasi sempre al meglio. Fatta eccezione per gli anni più recenti che ha visto registrare una certo rallentamento se non addirittura una paralisi. Forse perché in presenza di pratiche non proprio di facile attuazione. Almeno a sentire il malcontento delle maestranze e degli addetti al settore dell’edilizia la Commissione non ha più operato come un tempo con la conseguenza che i fondi di cui si dispone giacciono improduttive nelle casse comunali. Una inversione di tendenza ci è sembrato di avvertire da qualche mese a questa parte. Da quando cioè il Comune viene gestito dalla più volte citata triade: il Prefetto Leopoldo Falco, il vice prefetto Nicola Diomede e il funzionario ministeriale Vincenzo Lo Fermo. Ma nella fattispecie però da quando le redini vengono rette con determinazione dall’ingegnere Vincenzo Ortega, un competente e solare professionista approdato su queste colline dall’agrigentina Licata con il compito di dare un valido contributo in ambito tecnico. Alcune delle priorità che si è imposto fin da subito sono la messa in sicurezza degli immobili pericolanti e la riapertura di alcune reti viarie, inspiegabilmente lasciate per lungo tempo interdette alla fruizioni dei cittadini residenti e non. Centoventimila euro la spesa prevista. Ma l’azione che intende portare in porto è il recupero di alcuni milioni di euro attraverso la richiesta di restituzione dei contributi da tanto tempo erogati ad alcune ditte e che non avrebbero adempiuto agli obblighi dovuti. Un’autentica patata bollente che le precedenti amministrazioni hanno preferito lasciar correre, sebbene ne avessero le intenzioni di volerla affrontata.
La casistica è abbastanza variegata. Si comincia da 13 ditte che, pur avendo intascato i contributi richiesti, pari al 50%, non risultano avere mai dato inizio ai lavori. Non esiste una motivazione che giustifichi l’inadempienza. Di più. Non si hanno notizie di alcun tipo. Incredibile, ma è così. Esistono poi ben 112 cittadini, che anch’essi hanno percepito il 50% del contributo spettante loro per diritto, hanno comunicato l’inizio dei lavori e si sono fermati senza proseguire con gli stati di avanzamento. Mentre ben 59 ditte nonostante il contributo concesso loro tramite bonifico non hanno né iniziato i lavori né intaccata la somma erogata, che si trova come congelata in banca. Nei prossimi giorni i titolari di questi contributi dovranno chiarire le loro posizioni. E’ chiaro che ove emergessero irregolarità o non si riscontrasse la volontà di portare a compimento il progetto di ricostruzione, dovranno restituire la somma percepita o “congelata”. Si calcola che, così procedendo, verrebbe recuperata la non indifferente somma di circa tre milioni di euro. Soldi che ritornerebbero in circuito per essere assegnati ad altri cittadini aventi diritto. Fatto non trascurabile ove si pensi che sempre più il governo nazionale sta ristringendo i cordoni della borsa. Non solo. Si darebbe in questo modo finalmente l’avvio ad un minimo di risanamento di quella parte del centro storico degradato per incuria, per abbandono e per la presenza a scacchiera di fabbricati semi-diroccati, che certamente non fanno bella mostra di sé sia al residente sia al turista. Se si riuscisse nell’intento, altro che case ad 1 Euro! La Commissione di cui stiamo parlando è stata rinnovata totalmente. Oltre al prefetto Falco e all’ingegnere Ortega, ne fanno parte l’avvocato Claudio Trovato proveniente da Vittoria, l’architetto Giuseppe Monteleone di Santa Margherita del Belìce, l’ architetto Giuseppe Neri, capo settore Urbanistica del comune di Montevago, l’ architetto Paola D'Aguanno, capo settore Urbanistica del comune di Salemi, il geometra Francesco Franceschielli, componente tecnico Assessorato regionale Lavori Pubblici, il geometra Salvatore Rocca, componente tecnico Assessorato regionale Lavori Pubblici, il geometra Paolo Russo, rappresentante sindacale, il Salvatore Capo responsabile Ufficio di Igiene pubblica di Trapani, l’architetto Roberto Monticciolo, funzionario tecnico della Soprintendenza ai Beni culturali ed ambientali di Trapani e Francesco Paolo Palermo, segretario comunale. Si riunisce quasi settimanalmente. Fino ad oggi sono 11 i progetti approvati per un importo complessivo di quasi 1 milione di euro a fronte di 3 milioni di euro disponibili. Che sia il segnale di un nuovo corso?
Franco Lo Re