“Nella valletta amena ai piedi del Castello, nel giardino d’aranci chiuso in duplice filare da cipressi “ come lo descrive Vincenzo Consolo nel suo Retablo . Che fino agli anni precedenti il terremoto aveva l’aspetto di una galleria vegetale. Era la vecchia strada che conduceva a Palermo, caratterizzata da un duplice filare di pini. Ma che in questo breve tratto invece erano sostituiti da maestosi alberi d’alto fusto. I cui rami prima svettavano verso il cielo, poi, quasi a volere ritornare verso la madre terra, ripiegavano su se stessi fino ad intrecciarsi con le propaggini degli alberi del lato opposto. Creando così una sorta di tunnel naturale dispensatore di frescura, profumi inebrianti e suggestive sensazioni. Tutte intorno terre ubertose con frutteti e vigne. Tra queste quelle appartenenti ad un boss della mafia locale ed oggi confiscate dallo stato. Qualche anno fa la gestione è stata affidata alla “Fondazione San Vito Onlus”, il cui responsabile è Padre Francesco Fiorino della Diocesi di Mazara del Vallo. Un vecchio “macaseno”, un casolare, e un ciliegio solitario, che in primavera esplode in tutta la sua bellezza con i suoi delicatissimi fiori, fanno scattare l’idea per un progetto di turismo rurale. Lo battezzano “al Ciliegio ”.
Nasce così un locale raccolto e accogliente, dove chi ama la semplicità, il buon gusto, gli antichi sapori della cucina rustica siciliana, la genuinità degli alimenti, l’aria di campagna lontana dai frastuoni, può vivere ore di sicuro relax. Se fuori è il verde che la fa da padrone, dentro gli odori e i sapori di selezionate e genuine specialità gastronomiche nel rispetto della più rigorosa tradizione contadina ti riconciliano con la buona tavola e la vita. Ad accogliere gli ospiti e a deliziarne i palati due simpatiche e tenaci giovani donne: Lucia e Anna Maria Bongiorno. Le due sorelle sono le colonne portanti di questo singolare agriturismo. Grazie alla loro volontà, capacità e convinzione il suo prestigio è in continua ascesa. E i riconoscimenti cominciano a fioccare. E così, dopo il primo premio della recente Sagra della Busiata, le due cuoche sono riuscite a trionfare fuori dai confini isolani. In una regione “difficile” come quella Toscana. In una competizione nazionale, Il “Campionato di cucina contadina “ che si è svolto durante la prima giornata di Agri&Tour, presso il Salone nazionale dell’Agriturismo ad Arezzo, hanno conquistato il primo premio in palio. In questo autorevole contesto “al Ciliegio “ si è aggiudicata la vittoria con la ricetta degli “Gnocculi cavati al ragù di salsiccia”. Battendo il Trentino con l’Agriturismo la Stropaia, di Baselga di Pinè (Tn), la cucina siciliana ha così conquistato un importantissimo riconoscimento grazie all’abilità di queste due giovanissime cuoche. A premiare gli agriturismi in gara una madrina d’eccezione.
La siciliana Giusy Buscemi, di recente eletta miss Italia. Per l’occasione Padre Francesco Fiorino ha avuto modo di presentare il progetto denominato “L’altra Sicilia”. Si tratta di un tour siciliano, alla ricerca delle bellezze che insistono nei beni confiscati e riportati alla legalità. Il tour della legalità dura 5 giorni e 4 notti e prevede tappe a Mazara del Vallo, Marsala, Castelvetrano, Selinunte e Salemi. Le sorelle intanto raccomandano di riferire che loro cucinano solo dietro prenotazione. E’ il segreto della genuinità e freschezza delle materie prime adoperate in cucina. Basta chiamare il 346 4749855.
Infine c’ è da dire che l’ agriturismo, primo caso in un bene confiscato alla mafia, è dotato di un impianto fotovoltaico composto da 84 pannelli che producono 19,20 kw/h di energia. Oltre a soddisfare il fabbisogno della struttura l’energia ricavata viene immessa nella rete elettrica italiana. E’ stato progettato e realizzato come tetto di una struttura che in seguito diventerà una stalla per due asini della razza dell’isola di Pantelleria. L’impianto fotovoltaico è stato inserito nell’ambito del progetto «Seminiamo la legalità» promosso col finanziamento della «Fondazione Vodafone Italia».
Franco Lo Re