Si discuterà se rinviare a giudizio o meno Caravà, e si capiranno anche le strategie difensive del primo cittadino, che dal carcere di San Giuliano, dove è rinchiuso da un anno, ha sempre detto di essere vittima di un complotto della mafia contro di lui, e continua a proclamarsi "Sindaco della legalità". Ha rifiutato ogni forma di collaborazione con i magistrati, e persino di dimettersi da Sindaco, tant'è che il Comune di Campobello è stato, fino al commissariamento, paralizzato. I suoi legali potrebbero chiedere il rito abbreviato, che si svolgerà dunque a Palermo, oppure il patteggiamento (ma significherebbe ammettere le responsabilità). Più probabile che si vada al processo ,che dovrà tenersi, per compentenza territoriale, a Marsala.
Il 10 Dicembre, invece, riprenderà il processo d'appello a David Costa, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Assolto in primo e in secondo grado con il giudizio abbreviato, Costa è stato costretto ad un nuovo processo d'Appello dalla Corte di Cassazione, che ha rigettato la sentenza di secondo grado. Gli atti giudiziari consegnano un quadro di presunti continui contatti tra David Costa e l’organizzazione mafiosa marsalese: sostegno elettorale, scambi di favori, interventi per sbloccare finanziamenti regionali e pratiche di banca, assunzioni di boss e di figli di boss, raccomandazioni da capi mafia,
E' stato rinviato al prossimo 30 gennaio il procedimento nei confronti del senatore Antonio d’Alì, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Nell'ultima udienza il giudice per le udienze preliminari di Palermo, Giovanni Francolini, si è preso ulteriore tempo, riservandosi, per decidere sulla richiesta di sentire il collaboratore di giustizia Giovanni Ingrasciotta avanzata nella scorsa udienza dal Pm trapanese Andrea Tarondo. La decisione è slittata al 30 gennaio. Intanto sono state ammesse sette parti civili che ne avevano fatto richiesta nelle precedenti udienze. Si tratta di una serie di associazioni come l’Antiracket trapanese - l'associazione antiracket marsalese, quella alcamese e quella di Castellammare del Golfo. Ammesso anche come parte civile il Comune di Castellammare del Golfo, l'associazione 'Io non pago il pizzo e tu?'', il centro Pio La Torre e l’associaizone Libera contro tutte le mafie.
Ingrasciotta, imprenditore di Castelvetrano, aveva reso gravi dichiarazioni accusatorie nei confronti di D'Alì. Ha riferito che nel 1994, in occasione della sua prima candidatura al Senato, il parlamentare avrebbe ricevuto il sostegno elettorale della famiglia mafiosa di Castelvetrano. Gli avv. Gino Bosco e Stefano Pellegrino, difensori del senatore, si sono però opposti alla citazione del collaboratore, rilevando che il rito abbreviato non consente l'introduzione di nuove prove. Nel caso in cui la richiesta dell'accusa fosse accolta, l'audizione si terrebbe nella successiva udienza già prevista per il 13 febbraio.