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05/12/2012 15:48:14

Sicilia, persi in quattro anni quasi 50.000 posti di lavoro

 Emerge dal rapporto Svimez 2012 presentato oggi a Palermo dal presidente di Svimez Adriano Giannola e dal direttore Riccardo Padovani.«Si tratta di una flessione forte, ma relativamente minore a quella di altre regioni meridionali che tuttavia si scarica sulle fasce di età giovanili, under 35», si legge nello studio. Nel periodo 2008-2011 si sono persi nel meridione 266 mila posti di lavoro.
OCCUPAZIONE GIOVANILE - Per i giovani siciliani il tasso di occupazione è sceso dal 32,7% del 2008 ad appena il 29,7% del 2011 (contro una media meridionale del 31,4%). È il livello occupazionale giovanile tra i più bassi non solo del Mezzogiorno ma di tutta Europa. Il dato si aggrava se si guarda alla componente femminile: in Sicilia è occupata solo una giovane donna su cinque (il 20,4% delle donne under 35).

FUORI DALLA RIPRESA - «Nel 2011 la Sicilia è rimasta del tutto estranea alla leggera ripresa in atto che ha interessato le altre aree del Sud sia pur in misura limitata (0,1%) registrando invece un calo del pil dello 0,2%.», si evince ancora dallo studio Svimez che fa il punto sulla situazione economica dell'isola.

PIL - In Sicilia tra il 2008 e il 2011 il Pil ha perso il 3,2%. Il dato è negativo, ma è comunque migliore del dato complessivo del Meridione, pari al -6,1%. La tenuta si deve alla performance del settore dell'industria che ha segnato una caduta nell'isola meno accentuata rispetto al resto del Sud e anche del Centro-Nord (-7,7% contro, rispettivamente, -13% e -10,4%). Ciò grazie a una crescita dell'industria estrattiva (11,4% contro il -15,3% del Centro Nord) che ha parzialmente compensato la pesante flessione del manufatturiero (-15%) nel quale solo il tessile e il settore del legno e della gomma hanno retto in quadro di crollo delle produzioni strategiche come la chimica e la meccanica. Pesante il calo nell'agricoltura (-5,1%) e nei servizi (-1,4%) mentre le costruzioni perdono più che altrove (-27,6% contro -13% del centro Nord e -25,2% del resto del Sud).