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15/12/2012 05:56:00

Minacce e misteri a Trapani. Il corvo al Procuratore Viola: “E già arrivata una cosa per lei”

L’anonimo dice di avere stima per il magistrato, e lo mette in guardia, anzi, dice di più con una frase raggelante: “E’ già arrivata una cosa per lei”. Una minaccia o cos’altro? Su questa vicenda è stata aperta  un’ inchiesta dalla Procura di Caltanissetta, ma l’indagine è seguita anche dalla Procura Generale di Palermo. In Prefettura a Trapani, invece, sono state convocate due riunioni del comitato per l’ordine e la sicurezza. Chi scrive la lettera conosce alla perfezione quanto accade in Procura, e fa riferimento a molte delle delicate indagini in corso. Da quelle che inseguono il boss castelvetranese Matteo Messina Denaro, al processo sul sequestro del patrimonio dell'ex patron della Valtur Carmelo Patti.

Dalle indagini sulla Curia Vescovile che vede indagato l'ex braccio destro del vescovo Francesco Miccichè, per cui si è inviata una  rogatoria in Vaticano per conoscere alcuni strani movimenti di denaro compiuti dal prete, all’altra rogatoria, inviata sempre in Vaticano, dove terrebbero i soldi, secondo il mittente anonimo, il Senatore Antonio D’Alì, attualmente sotto processo per mafia, e 

 Matteo Messina Denaro.

Di colpo questa storia ci fa piombare indietro nel tempo,  rammentandoci l’esistenza di corvi e talpe che in passato sono stati “protagonisti”  nei palazzi di giustizia siciliani. Un segnale inquietante che giunge dopo altri fatti molto gravi, accaduti nel 2012. Prima lo strano inseguimento in autostrada della vettura del Procuratore Viola, poi  la manomissione dell’auto del pubblico ministero Andrea Tarondo, dove è stato aperto il cruscotto, molto probabilmente nel tentativo di installare o di togliere una ricetrasmittente o un dispositivo satellitare.  

Solidarietà al Procuratore Viola è stata espressa da tutto il mondo istituzionale, dal Presidente del Consiglio Provinciale Peppe Poma, e dal Presidente dell’ordine degli Avvocati di Trapani Alberto Sinatra.   Le indagini in corso avranno rotto un qualche "equilibrio" che ha provocato questa reazione da parte di qualcuno. Ancora una volta la magistratura siciliana si trova di fronte a  un nemico vicino ma invisibile.