La ditta che aveva vinto la gara d'appalto, infatti, ha fatto causa al Comune per i mancati pagamenti, ed è riuscita ad ottenere la rescissione del contratto. Si tratta di un pericoloso precedente, che rischia di bloccare i tanti cantieri aperti in città a causa dell'incapacità del Comune a poter pagare i fornitori, nonostante gli impegni presi.
La causa dello stallo finanziario è da ricercare nello sforamento del patto di stabilità da parte dell'Amministrazione del Sindaco Giulia Adamo per circa 11 milioni di euro. Ciò, oltre a comportare il blocco di alcune spese, comporta anche - come ricorda in appendice ad ogni provvedimento di spesa il dirigente dell'ufficio ragioneri, Fiocca, in rotta di collisione con il Sindaco - mancati trasferimenti pari ai soldi che si spendono. In altre parole, ogni spesa del Sindaco Adamo, in questo periodo, i marsalesi la pagano due volte, perchè ad ogni euro speso corrisponde un euro in meno che lo Stato trasferisce al Comune come sanzione.
Il Sindaco Adamo, dal canto suo, si trincera dietro la consueta cantilena: "Questo non è un patto di stabilità ma un patto di stupidità" dichiara. Aggiunge: "Noi abbiamo i soldi per pagare le ditte fornitrici del Comune, ma è appunto il patto che ce lo vieta. Va bene risparmiare, ma qui si impedisce alle imprese di lavorare". Allo studio il Sindaco Adamo ha una convenzione con l'istituto di credito Iccrea (l'Istituto Centrale delle Casse Rurali Italiane). La vicenda è stata seguita direttamente dall'assessore Benny Musillami, che si è anche recato a Milano per incontrare i dirigenti della banca insieme al dirigente del settore "Grandi opere" del Comune Gianfranco D'Orazio. Con la convenzione "pro soluto", sarà l'istituto di credito ad anticipare l'80% delle spese del Comune, salvo poi rivalersi sull'azienda, una volta effettuato il pagamento, con un interesse del 3%. Quindi il Comune assegna un appalto, la banca paga l'80% alla ditta che ha vinto la gara, quando poi il Comune riesce a sbloccare i fondi, la banca si prende i suoi soldi più il 3% a titolo di interesse dalla restante parte che tocca alla ditta (cioè il 20%). Ma quante ditte sono disposte a lavorare con il Comune di Marsala sapendo che o non verranno pagate o che verranno pagate con questo tasso di interesse?
Nel frattempo il Comune Il Comune si scrolla di dosso, anzitempo, un paio dei tanti mutui contratti, negli anni scorsi, con la Cassa Depositi e Prestiti per la realizzazione di varie opere. A deliberarlo è stata la giunta Adamo. I due mutui, complessivamente, ammontano a 1 milione e 857 mila euro. Somma in parte già restituita. Adesso, bisogna versare i restanti 551 mila euro. Cifra che con gli «indennizzi di legge» calcolati dal Comune dovrebbe lievitare a circa 650 mila euro. I debiti furono contratti nel 1993 per lavori al cimitero e nel 2001 per l’acquisto di mezzi e attrezzature per il servizio ecologia.
Alla base della restituzione anticipata del debito residuo, si spiega nella delibera, c’è il decreto legge con cui lo Stato ha stabilito di non procedere agli ulteriori «tagli» nei trasferimenti erariali ai Comuni soggetti al «patto di stabilità interno» nei casi in cui questi restituiscano una parte dei debiti contratti. E il «taglio» dei finanziamenti previsti dal governo per Marsala era di 587 mila euro.