Ha ridotto all’osso il clan del Belice con l’operazione “Scacco matto” e quello della Bassa Quisquina con gli arresti di “Face Off”, seguendo personalmente le storie di cittadini e imprenditori,
incoraggiandoli a denunciare. Da ieri è senza scorta. «Ma non mi sento abbandonato dallo Stato - commenta - , non mi sento solo. Sono sereno. Io sono un soldato: sorrido e vado avanti». La revoca della protezione, della quale si vociferava da tempo, gli è arrivata mentre era a Barcellona Pozzo di Gotto, alla due giorni di commemorazione del ventennale della morte del cronista de “La Sicilia”, Beppe Alfano. La comunicazione del Comitato provinciale per la sicurezza gli è arrivata lunedì. «E questa sera (ieri per chi legge, ndr) mi accompagnano a casa e poi non ci sarà più nessuno con me. Devo farci ancora l’idea, non sono più abituato a vivere… da solo». Il giovane pm, originario di Mazara del Vallo («Una città bagnata dal sangue di uomini giusti»), ha ridotto all’osso il clan del Belice con l’operazione “Scacco Matto” e quello della Bassa Quisquina con gli arresti di “Face Off”, seguendo personalmente le storie di cittadini e imprenditori, incoraggiandoli a denunciare. E adesso viene abbandonato al suo destino, nonostante le diverse minacce di morte. Come quando, il 7 marzo del 2011, mentre partecipava a un convegno a Bivona, qualcuno approfittò della pausa dei lavori per avvicinarsi al tavolo dei relatori e lasciare un bigliettino in mezzo alla sua agenda con i dettagli di targa e modello dell’auto della scorta e la scritta “Bum”. Ma esattamente un anno dopo la scorta venne ridotta: un solo uomo e niente auto blindata. E adesso azzerata. «L’ultima minaccia riscontrata risale a circa un anno fa, ma chi ha preso la decisione di revocare la mia scorta ha ritenuto che negli ultimi mesi siano venute meno le ragioni di sicurezza. Mi limiterò a chiedere un’ulteriore verifica, poi punto e basta».