L'uomo era soprannominato «u rizzu» o «testa d'aceddu».
Ignazio Melodia fu arrestato il 27 ottobre 2008, durante l'operazione antimafia «Abele» condotta da poliziotti e carabinieri che in quella circostanza eseguirono undici provvedimenti di custodia cautelare emessi dal gip presso il Tribunale di Palermo nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti appartenenti a Cosa Nostra. Altre dieci persone ricevettero una informazione di garanzia per associazione mafiosa, estorsione aggravata continuata, interposizione fittizia di beni ed altro.
L'operazione antimafia consentì di tracciare l'evoluzione di Cosa Nostra, a partire dall'avvicendamento al vertice tra l'anziano boss Diego Melodia in beneficio del nipote Ignazio «testa d'aceddu» e di fare luce su numerose estorsioni e sul controllo da parte della mafia soprattutto nel settore del calcestruzzo attraverso l'eliminazione della concorrenza e l'imposizione dell'approvvigionamento nell'impresa gestita da Melodia che era riuscito ad ottenere il monopolio per la fornitura del calcestruzzo per tutti gli appalti pubblici e privati sul territorio di Alcamo.
Il cemento, infatti, doveva essere acquistato soltanto dall'impianto riconducibile al boss Diego Melodia, anche lui arrestato nel blitz, che fu coordinato dal sostituto procuratore della Dda di Palermo, Paolo Guido ed effettuato al termine di due indagini autonomamente intraprese dalla Polizia (operazione «Abele») e dai Carabinieri (indagine «Cemento libero»).