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29/01/2013 03:56:39

Da un neo genitore a un padre che verrà....

Mia madre, da buona donna siciliana, vive di ansie: un colpo di tosse un po’ più forte, un tono della voce basso, un volto pallido. Tutto di noi la fa allarmare. Che esagerazione. E infatti noi, da buoni figli di madre siciliana, la prendiamo spesso in giro. A volte bonariamente, altre crudelmente (crudeltà di figli, non so se mi spiego...). Quando una delle mie sorelle che vivono fuori non chiama per più di un tot di ore, che so, manca alla telefonata del mattino o a quella della buonanotte, il panico monta come una marea. Piano, silenziosamente. L’ansia le increspa la voce, le blocca gli occhi. Poi, schiuma. Allora mia mia madre mi chiama, sono il suo scoglio, si aggrappa, cerca di fare finta di nulla, ma si capisce benissimo che è preoccupata: tua sorella non mi risponde. Mi dice. E io, di rimando, se sono nella fase del figlio maturo, rispondo, per consolarla: nessuna nuova, buona nuova. Ma non serve, lo so. Se sono nella fase del figlio crudele e scocciato, tento l’iniezione di sarcasmo: e che vuoi da me, chiama i carabinieri. Tra l’altro una volta è successo davvero. Non so quale delle mie sorelle ritardava da un’uscita in discoteca e mia madre, non avendo notizie (ed essendo il cellulare ancora all’alba del suo dominio schiavista sulle nostre libere uscite) chiamò direttamente in ospedale: “Scusate, avete notizia di incidenti?”
Di fronte ai nostro sfottò mamma diceva sempre: quando avrete figli capirete. Ed è vero. Da quando sono diventato papà mi sento sintonizzato sulle sue paure, sono le mie. Già soffro d’ansia, al pensiero del motorino, delle uscite serali, dei mille pericoli della vita fuori dalla porta di casa. E mia figlia ha solo sette mesi.
Però ora lo capisco. Lo sento mio. Il terrore del tempo sospeso, di quando i figli non chiamano, o non rispondono. E non sai dove sono, con chi sono, cosa fanno, se hanno bisogno di te. Io non so dove sia Daniele Mancuso, se è in Francia da una ragazza conosciuta in chat, magari, o da un’altra parte a trovare un amico, un futuro o una strada. Alla sua età ha il diritto di prendersi il mondo in mano, di fare quello che vuole, senza doversi giustificare con nessuno, men che meno con noi cronisti.  Ma per favore, Daniele, un giorno sarai padre anche tu. Chiama, figliolo, chiama. 

Giacomo Di Girolamo