Il 16% dei posti negli organici del Tribunale di Trapani e l'8% di quello di Marsala risultano scoperti. I magistrati in servizio cercano di fare ciò che possono ma la scopertura negli organici provoca rallentamenti e ritardi sulle indagini e sui procedimenti in corso.
A lanciare l'allarme, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario, a Palermo, è stato il presidente della Corte d'Appello, Vincenzo Oliveri. La situazione è problematica in tutta la Sicilia. Solo per citare un dato alla Corte d'Appello si registra una scopertura dei posti in organico del 12%. Alla Procura generale si supera la soglia del 30%. Negli uffici del distretto di Palermo, al 30 giugno 2012, su 472 posti di magistrati in organico ne erano vacanti 57 con un tasso di scopertura del 12.08%. Al Palazzo di Giustizia di Trapani su 25 posti ne risultavano scoperti 4, con una percentuale del 16%.
Al Tribunale di Marsala, invece, su 25 posti ne erano vacanti 7, con una percentuale del 18%. Situazione meno allarmante alla Procura della Repubblica di Trapani dove, alla stessa data, su 13 posti ne risultava vacante soltanto uno (7.69%). Stessa condizione alla Procura di Marsala. Un solo posto vacante su 9 previsti in organico, con una percentuale dell'11,11%.
Il presidente Oliveri, durante il suo intervento, ha messo subito in evidenza i punti salienti attuati dal Ministero della Giustizia: dal compimento della riforma del processo civile agli interventi per ridurre il sovraffollamento nelle carceri, passando poi per la revisione della geografia giudiziaria.
"Gli obiettivi sono il risparmio e una maggiore efficienza. Bisogna riportare la magistratura a servizio dei cittadini, dobbiamo invertire rotta", ha dichiarato Oliveri. Dunque, non più solo annunci, ma volontà effettiva di collaborare per raggiungere un obiettivo condiviso: trasformare la giustizia da ostacolo per la crescita a volano per l’economia del Paese. La crisi economica attuale fa infatti da sfondo a una grave sfiducia nelle istituzioni. Inevitabile che il tema della lotta a Cosa nostra trovi ampio spazio nella relazione introduttiva. "Nel contrasto a Cosa nostra - dice Oliveri nella relazione - emergono due priorità: da un canto, la sollecita cattura dell'ultimo grande latitante ancora presente nel territorio (Matteo Messina Denaro); dall'altro, la veicolazione in sede politica di precisi e inequivocabili segnali che facciano crollare ogni possibile speranza di attenuazione del sistema repressivo o, peggio, di generalizzata revisione di processi". "A tali condizioni - aggiunge - perdurando l'attuale tensione morale collettiva e la efficace e intensa azione repressiva, la definitiva sconfitta della mafia comincia ad apparire un risultato possibile anche se non a breve scadenza".
Sulle difficoltà che investono il sistema giustizia è intervenuto, nel corso di un’intervista rilasciata a margine dell’inaugurazione, il procuratore Francesco Messineo il quale ha sottolineato come le risorse disponibili decrescano a fronte di un aumento delle cause.
”Mi auguro che la politica - ha dichiarato il procuratore - voglia mettere seriamente mano a riforma incisive che superino le resistenze culturali e le forme lobbistiche di resistenza corporativa per disegnare un ordinamento che consenta ai magistrati di rendere giustizia in tempi brevi. È ovvio che la riduzione del numero dei magistrati crei un notevole danno all'efficienza complessiva del sistema giustizia".
Alla domanda sui presunti attacchi alla magistatura, Messineo risponde: ”Credo che un magistrato non debba avere timori simili. Siamo protetti dalla legge. Le critiche ci aiutano, ma parlare di un attacco mi sembra un'assurdità".
L’impegno nella lotta alla mafia, invece, è la priorità espressa durante l’intervento dell’avvocato generale della Corte d’Appello Ignazio De Francisci. “Abbiamo intensificato le indagini su Cosa nostra, stiamo lavorando al contrasto della cosiddetta mafia imprenditoriale, ma soprattutto contro i contatti tra Cosa nostra e la politica”. In riferimento alle stragi del 1992 sulle quali indaga la Procura di Palermo De Francisci ha aggiunto: “Tutte le stanze buie del potere devono essere illuminate”. Un plauso è poi andato al lavoro svolto dalle forze dell’ordine e ai giudici e ai pm, impegnati in indagini delicate. In merito alle intimidazioni subite da alcuni procuratori di Trapani e Palermo, De Francisci ha detto: “Non vorremmo assistere a un deupaperamento della magistratura attraverso il meccanismo delle intimidazioni, a loro va tutta solidarietà”.
«L'allarme lanciato dal presidente della Corte d'Appello di Palermo, Vincenzo Oliveri e dal presidente dell'Ordine degli avvocati, Francesco Greco, sulla pesante riduzione degli organici in Sicilia va preso sul serio - commenta, preoccupato, il senatore del Partito Democratico Giuseppe Lumia, che ha presenziato a Palermo all'inaugurazione dell'anno giudiziario - Nel contrasto alla criminalità organizzata non bisogna commettere errori e dare segnali sbagliati. Siamo in una fase delicata in cui non possiamo pensare che la mafia sia sconfitta. In questi anni è stata colpita, ma è ancora forte perché gode di un potente sistema di collusioni e connivenze con settori dell'economia, della politica e della pubblica amministrazione».
La Procura di Trapani è attualmente impegnata nella conduzioni di importanti e delicate indagini. Al Tribunale sono in corso importanti procedimenti di mafia.
«Sono sicuro - conclude Giuseppe Lumia - che il Consiglio Superiore della Magistratura darà il suo prezioso contributo per impedire che gli uffici giudiziari rimangano sguarniti. Chiedo al ministero della Giustizia di potenziare l'organico di magistrati e di personale amministrativo. Così daremo il giusto segnale: quello di un Paese autorevole che nella lotta alle mafie fa sul serio».