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07/02/2013 05:35:31

Processo Rostagno: il 20 febbraio torna Germanà. Citato Natale Torregrossa, esponente di Iside 2

  La Corte D’Assise presieduta da Angeo Pellino ha stilato l’elenco dei testi da ascoltare nelle prossime udienze. La prossima è stata fissata il 20 febbraio. Per tale data verrà ascoltato il teste Sergio Di Cori, giornalista,  e tornerà a Trapani l’ex capo della Squadra Mobile di Trapani Rino Germanà. E’ stato citato, sempre per la stessa udienza, Natale Torregrossa, massone, esponente della loggia trapanese Iside 2. Nelle ultime udienze si è tornati a parlare di Francesco Cardella e i suoi probabili collegamenti con pezzi della mafia e dei servizi segreti. A citare  l'ex guru di Saman morto due anni fa in Nicaragua, è stato Luciano Scalettari, giornalista di "Famiglia Cristiana". Per lungo tempo Cardella è stato anche sospettato di essere coinvolto nell'omicidio di Rostagno, ma la sua posizione  venne archiviata.

Un’altra testimonianza che ha riecheggiato l’ombra della massoneria e dei servizi segreti presenti a Trapani è venuta dal luogotenente della Guardia di Finanza Angelo Voza, che negli anni Ottanta ha prestato servizio in città, e ha riferito che nel 1981 Licio Gelli, maestro venerabile della P2, presenziò all'inaugurazione del tempio massonico nel Centro Studi Scontrino. Il suo nome, ha dichiarato Voza, figurava nel verbale redatto della cerimonia, sequestrato dagli investigatori nell'ambito dell'inchiesta sulla massoneria deviata. Voza ha riferito  che Gelli all’epoca era latitante e che anche il nome del boss Mariano Agate era trascritto nel verbale di presenza di quella cerimonia.

Lo stesso Agate che, durante un'udienza del processo per l'omicidio del sindaco di Castelvetrano Vito Lipari, minacciò, tramite un cameraman, Mauro Rostagno. Voza ha dichiarato di avere assistito all'episodio casualmente, perché si trovava per lavoro in quell’aula del Tribunale. Il luogotenente ha infine raccontato di essere stato minacciato, da un massone, vicino al gran maestro Gianni Grimaudo, e di essere stato costretto a lasciare Trapani per la sua sicurezza personale. Al processo ha testimoniato anche Anna Di Ruvo, ex ospite della comunità Saman, che ha riferito in merito all’episodio del fax, con il quale Francesco Cardella invitava Mauro Rostagno a lasciare la Comunità Saman.

La Di Ruvo ha detto di non averlo mai visto, ma ha riferito che alcuni anni dopo l'omicidio, Elisabetta Roveri, compagna di Rostagno,  telefonò a Lenzi ordinando la distruzione di un fax. La donna ha dichiarato di avere appreso la circostanza dal suo compagno, un dirigente della comunità. Nel corso delle indagini aveva invece riferito di avere assistito personalmente all'episodio. «In quel periodo mi trovavo nella comunità di Marsala - ha obiettato la Di Ruvo - Andavo a Valderice ogni dieci-quindici giorni. Quando arrivò il fax non ero presente. Fu il mio compagno a rifermi l'episodio».

L'ex compagno, sentito nel corso delle indagini, riferì invece che la donna era presente. Anna Maria Di Ruvo avrebbe anche provveduto ad inviare una copia del fax a Milano. La donna però dice di non ricordare e di non avere mai visto il contenuto del messaggio inviato da Cardella a Rostagno. Questo episodio del fax ha come sfondo il rapporto-scontro fra Rostagno e Cardella, che fu alla base della prima indagine e portò all’arresto di alcuni ospiti della comunità e di Chicca Roveri.