In ballo ci sono i destini di 72 lavoratori, che giusto dieci giorni fa, quando il consiglio era sul punto di trattare per la prima volta la liquidazione proposta dal commissario straordinario Giammanco, hanno protestato vibratamente: alcuni dei loro sono saliti sul tetto del Palazzo Riccio di Morana, sede istituzionale della Provincia, minacciando di buttarsi. Solo dopo una mediazione durata ore, a notte fonda, hanno accettato di scendere, dietro la promessa di un tavolo tecnico convocato alla Regione Siciliana per risolvere la crisi della società. Tavolo tecnico che, convocato giovedì scorso, non ha prodotto nulla, anche perchè il commissario Giammanco e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, erano assenti.
La verità è che una soluzione non c'è. Si va verso il licenziamento dei 72 lavoratori.
I consiglieri provinciali sono tra l'altro in una posizione difficilissima, perchè se dovessero opporsi alla liquidazione dell'ente, rischierebbero di dover ripagare di tasca propria il danno patrimoniale prodotto dalla continuazione dell'esistenza della Megaservice.
I ?rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, Mimma Argurio, Franco Lo Sciuto e Mario D’Angelo, hanno seguito da vicino questa lunga e difficile vertenza. Fino a qualche giorno fa erano "fiduciosi", perchè, come diceva Lo Sciuto "se ci sarà la piena disponibilità della Regione ad un intervento concreto per salvare la Megaservice e la precisa volontà della Provincia di salvare una società che le appartiene, allora potremo mettere la parola fine su questa vertenza ed iniziare un nuovo capitolo”. Ma invece al tavolo tecnico non è successo nulla, la delibera non è stata ritirata, e oggi non si potrà fare altro. "Non bisogna dimenticare che l’anno scorso ci sono stati appalti per una spesa complessiva di quasi cinque milioni di euro che potevano essere affidati alla Megaservice e che invece sono stati esternalizzati. Cifre alla mano, è uno dei motivi principali della crisi", aggiunge Lo Sciuto.
Solo nel 2012 sono state oltre 400 le aziende che hanno fatto ricorso ad ammortizzatori sociali come la cassa integrazione in deroga.