A Sala delle Lapidi circa una cinquantina di marittimi hanno esposto degli striscioni per protestare contro la decisione del governo di ridurre drasticamente le quote di pesca del tonno rosso con il sistema del palangaro, tipico della marineria locale. "Così ci riducono alla fame" è stato il grido di protesta pressochè univoco dei lavoratori. "Il Ministro Catania ha vanificato le aspettative e le promesse che erano state fatte alla nostra marineria - hanno detto - durante la campagna elettorale".
Erano presenti, insieme ai lavoratori, anche alcuni esponenti dell'Amministrazione Comunale di Petrosino, una delegazione della Giunta e del consiglio comunale, con il Sindaco Gaspare Giacalone, dato che la protesta investe anche il piccolo Comune alle porte di Marsala. A Petrosino infatti ci sono quattro pescherecci.
La manifestazione, pacifica, ha caratterizzato la prima parte dei lavori del consiglio comunale. "La marineria è una parte importante del nostro territorio" ha detto il presidente del consiglio comunale, Enzo Sturiano, che ha inoltrato una nota al Prefetto: "E' disposto a ricevere una delegazione di pescatori, accompagnati da noi amministratori, venerdì mattina in Prefettura a Trapani, per essere messo a conoscenza dei motivi della protesta". Anche il Comandante Giardina, della Capitaneria di Porto di Marsala, si è voluto associare alla protesta dei marinai marsalesi.
A nome dell'amministrazione ha parlato il vicesindaco Antonio Vinci ("Il Sindaco è impegnato nell'organizzazione del Recevin" ha detto), che ha assicurato che il primo cittadino ha parlato con il presidente della Regione Rosario Crocetta, che ha promesso di impugnare il decreto sulla riduzione delle quote.
A nome del comparto ha parlato Luigi Li Causi, membro del coordinamento regionale Sicilia di Federpesca. "E' la prima volta che abbiamo la comprensione e il sostegno sia del Comune di Marsala che di quello di Petrosino". Da sei mesi i pescatori marsalesi non portano una lira alla casa: è questo il loro dramma. "Ed oggi - ha detto il Sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone - assistiamo ad un balletto vergognoso, che prende di mira ancora una volta i lavoratori del Sud. Dobbiamo lottare uniti per fare sentire il nostro grido e reclamare il diritto ad avere assegnate le quote di tonno che spettano alla marineria locale". "Non siamo tutelati - ha detto l'armatore Uccio Tramati- nessuno si cura di noi. Al Ministero non conoscono neanche che cosa sia il sistema del palangaro. In pochi anni è stata distrutta una risorsa: tutta la flotta di Marsala negli anni '90 pescavano il tonno e davano lavoro. Poi sono venute le barche straniere, aiutate dal fatto anche che chi regolamenta la pesca oggi in Italia non ha alcuna competenza".
Il motivo dell'abbattimento delle quote del tonno rosso per la pesca siciliana è politico, è inutile girarci intorno. Il Ministro della Pesca, Catania, è stato candidato in Campania alle ultime elezioni politiche. E non è un caso che la quota del palangaro sia diminuita da 300 a 265 tonnellate, aumentando le quote della pesca riservata al sistema a circuizione in Campania da 1430 a 1450 tonnellate. Il consigliere del Pd Enzo Russo ha proprio parlato di voto di scambio: "Il Ministro Catania è un pessimo esempio di deontologia politica".
Protestano anche i pescatori di Trapani. L'Organizzazione Produttori della Pesca ha chiesto alla Regione Siciliana il riconoscimento dello stato di calamità naturale, a causa del maltempo di questi primi tre mesi del 2013, che non ha consentito ai pescatori di lavorare.