In questa stessa aula, il 29 giugno del 2010, il braccio destro di Silvio Berlusconi fu condannato a 7 anni, due in meno rispetto alla sentenza di primo grado, emessa l'11 dicembre del 2011. Un iter processuale lunghissimo, apertosi nel novembre del '96, e che ha visto, il 9 marzo dell'anno scorso, l'annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione.
Per l'accusa, che chiede la conferma dei 7 anni di condanna decisi nel 2010, Marcello Dell'Utri avrebbe fatto da "mediatore" tra gli ambienti di Cosa nostra palermitana, e Silvio Berlusconi, che avrebbe pagato somme altissime di denaro per garantire la tranquillità per sé e per la sua famiglia.
Secondo la Corte di Cassazione, i contatti tra l'ex senatore, ed elementi di spicco della mafia sono provati fino al 1977, mentre è tutto da rifare per i fatti contestati risalenti al periodo tra '77 al '92. Il manager 72enne di Publitalia 80 è stato invece assolto per le accuse successive al 1992.