E' l'appello che fanno gli ordini professionali di Trapani all'Amministrazione Comunale dopo il consiglio comunale aperto della settimana scorsa sulla crisi del settore edilizio che, inevitabilmente, ha conseguenze su tutto lo sviluppo della città.
Architetti, agronomi e geometri hanno presentato una specie di programma di governo, depositato agli atti del consiglio comunale.
Alcune richieste sono tecniche, come ad esempio l'accorpamento del servizio commercio con lo sportello unico delle attività produttive «per potenziare, anche logisticamente, l'avvio di qualunque attività d'impresa». «La città è sempre più disgregata a causa dell'incontrollata crescita degli ultimi decenni, la riqualificazione delle periferie deve essere il punto di partenza per poter dare una svolta ad una situazione precaria sia a livello edilizio che ambientale». E ancora soluzioni tecniche come l'abbattimento, di almeno il 50%, dei diritti di segreteria e istruttoria di tutti i settori tecnici - come edilizia e lavori pubblici - e degli oneri concessori per interventi edilizi che riguardano attività commerciali e turistiche.
Gli ordini professionali invitano l'amministrazione a fare «scelte coraggiose», puntando non ad una che si espande, ma ad una città che si riqualifica, una città, cioè, che sia in grado di valorizzare ciò che c'è senza pensare a una nuova espansione urbanistica. Scommettono sulla riqualificazione del patrimonio edilizio che non gode di buona salute. Pongono anche un problema che riguarda l'organizzazione degli uffici denunciando «pareri discrezionali in fase di approvazione di progetti, con imposizione di condizioni arbitrarie, non supportate da prescrizioni regolamentari o normative».
Il documento è stato presentato dall' Ordine degli architetti e la Federarchitetti, l’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali ed il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Trapani, ed è stato firmato dal vicepresidente dell'Ordine degli architetti Francesco Tranchida, dal presidente di Federarchitetti Pietro Maltese, dal presidente degli agronomi Giuseppe Pellegrino e dal consigliere delegato del Collegio dei geometri Isidoro Caruso.
Nell’ultimo anno sono andati persi 1.023 posti di lavoro nel settore dell’edilizia del trapanese. La Cisl parla di "cantieri chiusi, bloccati, una situazione di gravissima emergenza", ed ha invitato "tutte le amministrazioni locali ad utilizzare subito le possibili risorse disponibili per mettere in moto l’economa e soprattutto il settore dell’edilizia". “Le istituzioni locali - aggiungono i sindacati - devono fare presto e mettere in campo subito interventi straordinari nei quartieri periferici del territorio che consentano l’avvio di cantieri e una boccata di ossigeno per il settore edile, avviare le opere per le medie e e piccole infrastrutture, programmare una serie di progetti per la messa in sicurezza delle scuole”. Non solo l’edilizia ha toccato negli ultimi due anni punte preoccupanti di disoccupazione, che nel 2011 si è attestata attorno al 13% e l’anno successivo è continuata ad aumentare, mentre il tasso di occupazione è sceso al 42% e la cassa integrazione ha interessato nel 2012 ben oltre 664mila fra straordinaria e in deroga. Ll’edilizia resta comunque il settore che soffre maggiormente, considerato che in due anni si è registrato un calo occupazionale del 40% e un calo delle gare espletate del 58%.
“Abbiamo già chiesto – concludono Milazzo e Cirivello – la convocazione al Prefetto di Trapani di un tavolo urgente in cui affrontare le problematiche della grave situazione occupazionale del territorio, anche in riferimento agli ultimi gravi episodi. Bisogna fare presto”.