Si terranno oggi, martedì 16 aprile, dalle ore 11,30 davanti tutte le nove Prefetture della Sicilia, i sit in dei lavoratori degli Ato organizzati da Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per “denunciare la gravissima situazione verso cui sta precipitando il sistema dei rifiuti in Sicilia, che coinvolge 12 mila operatori in tutta l`Isola e la tenuta delle condizioni igienico-sanitarie di tutti i comuni della Sicilia”. Parte così l`annunciata stagione di lotta e mobilitazione del settore Igiene Ambientale, al sit in di oggì, infatti, seguirà una manifestazione regionale che si terrà a Palermo davanti la sede della Presidenza della Regione, entro il mese di aprile. Fra le motivazioni della stagione di mobilitazione, fanno sapere i tre sindacati: “la fallimentare gestione dei 27 Ato rifiuti che hanno prodotto un debito di oltre un miliardo, la crisi delle aziende del settore ormai al collasso non più in grado di sostenerne finanziariamente il funzionamento, il continuo mancato pagamento delle retribuzioni al personale, la mancanza di risorse economiche anche solo per la manutenzione dei mezzi, la fornitura dei dispositivi di sicurezza agli addetti, con un notevole rischio per l’incolumità dei lavoratori”. I sindacati ribadiscono: “La strada tracciata dal governo regionale del ritorno alla gestione del servizio direttamente nelle responsabilità dei sindaci, rappresenta un enorme rischio, gli stessi nella stragrande maggioranza dei casi, sono i diretti responsabili di questa catastrofe”. Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti concludono: “E` ora che si avvii il confronto con le parti sociali, chiediamo interventi certi ed immediati da parte del governo regionale, il cui silenzio sui rifiuti è assordante, per evitare l`esplodere di emergenze sanitarie che possono davvero causare eventi dannosi per la salute pubblica e i licenziamenti degli oltre 12 mila operatori”.
Particolarmente indicativa è la situazione dell'Ato Tp 1 "Terra dei Fenici" dove più volte i commissari liquidatori (che hanno caratterizzato l'inizio della loro gestione con un corposo aumento della propria indennità) si sono sostituiti ad Aimeri Ambiente per pagare i salari dei dipendenti. Il controllo della spesa dell'Ato Tp 1 inoltre non è possibile, perchè la società d'ambito non ha mai pubblicato - come invece prevede la legge - le proprie spese, le consulenze, gli incarichi e gil appalti su internet. L'Ato Tp 2 "Belice Ambiente", invece, pubblica gli atti come prescritto dalla legge regionale 22/2008, all'articolo 18. La pagina con tutti i mandati di pagamento è consultabile cliccando qui. E' importante. Controllando gli atti dell'Ato Tp 2 si vede ad esempio come il liquidatore, Lisma, dia un sacco di incarichi legali, e sempre allo stesso giro di avvocati. Per l'Ato Tp 1, invece, non è possibile controllare nulla: ed è illegale.
L'articolo 18 della legge regionale 22/2008 testualmente recita:
Obbligo di pubblicazione di atti nel sito internet 1. E' fatto obbligo alle amministrazioni comunali e provinciali, ferme restando le disposizioni a tutela della privacy, di rendere noti, per estratto, nel rispettivo sito internet tutti gli atti deliberativi adottati dalla giunta e dal consiglio e le determinazioni sindacali e dirigenziali, ai fini di pubblicità notizia. 2. E' fatto obbligo alle aziende pubbliche (ex municipalizzate) di rendere noti nel rispettivo sito internet tutti gli atti adottati dal consiglio di amministrazione e le determinazioni presidenziali e dirigenziali.A tutto ciò si aggiunge una nuova polemica. L'ex assessore ai Lavori pubblici Pino Milazzo, consigliere comunale di «Futuro per Marsala», ha annunciato la presentazione di un'interrogazione al sindaco Adamo per chiedere «se risulta al vero l'assunzione di nuovo personale da impiegare per controllare il territorio al fine di evitare l'abbandono indiscriminato dei rifiuti e l'errata differenziazione». Da parte dell'Ato la circostanza è stata smentita. Resta il fatto, però che qualche settimana fa, l'Ato Tp1 aveva diffuso un comunicato proprio per fare sapere che avrebbe potenziato i controlli con l'ausilio di volontari di associazioni di protezione civile. Milazzo chiede, inoltre, di sapere «quali sono le associazioni di protezione civile coinvolte, come sono state scelte e il numero degli assunti».