Obiettivo della Campagna è la raccolta di fondi, documenti e materiale, destinati all’esposizione, divulgazione, studio e manutenzione di un monumento che parte sostanziale di un’opera colossale per l’epoca.
Castelvetrano vanta, tra le altre, la più antica ed imponente opera di ingegneria idraulica (1575-1615), in parte in affioramento ed in parte ipogeica, che ha riguardato, direttamente o indirettamente, la gran parte delle famiglie castelvetranesi e selinuntine. La cassa della guglia dell’Oreto, nota come la “Vugghia di l’acqua”, è parte integrante dell’acquedotto Bigini. Il monumento, che si trova ubicato all’angolo della via G. Mazzini svoltando per la via F. Crispi, fu “vestigia di un’antica vasca di smistamento idrico”, da dove l’acqua potabile, proveniente dalle sorgenti di Bigini, veniva smistata ad altre fontane ed abbeveratoi della città.
È necessario, quindi, rendere condiviso con la popolazione castelvetranese, riportando alla memoria conquiste sociali importanti per la collettività, sia questo aspetto storico, sia l’utilità pubblica della ristrutturazione di luoghi deputati a divulgare, soprattutto verso le nuove generazioni, i nostri beni più preziosi.
I cittadini castelvetranesi e le Istituzioni sono stati invitati a cercare e raccogliere materiale riguardante “la Vugghia di l’acqua” (fotografie, cartoline, documenti vari), conservato magari non conoscendone il valore storico-culturale, e a donarlo o farlo visionare per contribuire alla ricostruzione storica e monumentale della Palmosa Civitas Castrum Vetranum, con chiara allusione a Selinunte definita “palmosa” da Virgilio nel III canto dell’Eneide.
La campagna nei mesi di Aprile e Maggio è dedicata alla raccolta dei fondi necessari per i lavori di messa in sicurezza e manutenzione indispensabili per la salvaguardia del monumento.
Alcuni cenni storici
La cassa della guglia dell’Oreto e la fontana della Ninfa, due testimonianze principali a Castelvetrano, patrocinati dai reali Aragona Tagliavia e promossi dall’Università di Castelvetrano, furono terminati nel 1615, ponendo fine all’annoso problema della mancanza d’acqua potabile in città.
Nel consiglio civico dell’8 maggio 1575, don Carlo sollevò il problema dell’approvvigionamento idrico della città mediante l’acqua di Bigini, dando inizio a un’opera, colossale per l’epoca, che, a causa di opposizioni e difficoltà varie, fu completata nel 1615, come può leggersi sulla lapide della fontana della Ninfa, fatta costruire per l’occasione da Giovanni III d’Aragona.
La traduzione del testo posto sulla lapide commemorativa dell’imponente opera che, nel 1615, portò l’acqua in città, collocata tra la prima e la seconda vasca della Fontana della Ninfa:
I soci del Club, che si stanno occupando del progetto, hanno trovato da altre fonti, che della progettazione delle due opere, “Vugghia” e Fontana, se ne occupò anche l’ingegnere palermitano Mariano Smeriglio e che il napoletano Orazio Nigrone, dipende la fonte, viene qualificato oltre che architetto anche scultore o fontaniere.
La campagna, iniziata il 21 gennaio, terminerà il 30 giugno 2013.
In tale periodo, tutti coloro che intendono aderire alla Campagna potranno contattare il Club tramite
mail info@clubunescocastelvetranoselinute.it.
per informazioni: www.clubunescocastelvetranoselinunte.it