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02/05/2013 04:48:07

Salemi. Gli artigiani denunciano: “Nel sud comportamento anomalo delle banche per il credito”

 In una realtà economica asfittica, dove sono assenti insediamenti industriali di dimensioni importanti, se vanno in depressione le piccole e medie imprese, è tutta l’economia che va in tilt. Con un effetto domino si contraggono i consumi, diminuiscono gli scambi commerciali, aumenta la disoccupazione, si ritorna ad una nuova emigrazione. Un infernale circolo vizioso da cui sembra difficile uscire. Della scottante tematica si è discusso nel corso di una affollata assemblea di artigiani alla presenza del segretario provinciale della Cna Luigi Giacalone, il presidente della Commissione provinciale artigianato Rosario Scardino e il prefetto Leopoldo Falco, commissario straordinario del Comune di Salemi. Ad aprire i lavori del convegno è stato il presidente della locale sezione della Cna

Antonino Caradonna. Senza preamboli ha subito puntato l’indice contro l’esosità delle imposte e delle tasse che, a suo dire, gravano sui redditi d’impresa, diventati peraltro sempre più esigui. E’ un elenco abbastanza lungo. Si va dall’IVA, all’IRPEF e IRAP. Ma anche le addizionali comunali/regionali e i contributi previdenziali e assicurativi vengono considerati le voci che contribuiscono a determinare il bilancio aziendale non più sostenibile. E infine l’IMU e la TIA (tariffa per lo smaltimento dei rifiuti urbani), oltre il costo per lo smaltimento dei rifiuti speciali e tossici, che danno il colpo di grazia e  che spinge l’imprenditore rassegnato a chiudere i battenti.

A sintetizzare il tutto ci ha pensato il segretario comunale della stessa organizzazione, Gianni Armata, con una battuta lapidaria. “La pressione fiscale sulle imprese è arrivata al 60% - ha detto con appassionata enfasi- se a questa si aggiungono i contributi previdenziali e assicurativi per il titolare, oltre ai costi sulle retribuzioni per coloro che assumono dipendenti.” Ma alcune richieste sono state avanzate nei confronti del prefetto Leopoldo Falco, a capo della Commissione Straordinaria del Comune. Come si detto, le priorità sono indirizzate verso la riduzione dell’addizionale comunale Irpef, la riduzione dell’IMU sui fabbricati destinati ad attività commerciali e artigianali,la revisione del regolamento per la detassazione delle aree nei laboratori artigiani in cui si producono rifiuti speciali, i quali rifiuti vanno già smaltiti con ditte private autorizzate allo smaltimento dei rifiuti a carico dell’impresa.Impegnare al più presto i fondi tramite la commissione art.5 destinati alla ricostruzione post terremoto, vigilando su quelli assegnati e non spesi, al fine di rilanciare l’economia che l’indotto sviluppa (distributori di materiale edile, fabbri, falegnami, impiantisti, imprenditori edili, marmisti, ecc.). Nel suo intervento il prefetto Falco, ha sottolineato che  la Commissione straordinaria per prima cosa ha messo ordine nel bilancio del comune. Subito dopo si è provveduto al pagamento di tutti i debiti fuori bilancio risalenti addirittura sino a dieci anni fa. Alle imprese creditrici è stato pagato un milione e novecento mila euro circa. La Commissione ex art.5, dopo diversi anni di incomprensibile inattività, sono stati  deliberati e assegnati circa 3 milioni di euro, controllando la legittimità dell’assegnazione e attivando la procedura della restituzione dei fondi assegnati ai proprietari che hanno ricevuto il contributo e non li hanno spesi sull’immobile. Un lavoro frenetico da quando si è riunita la prima volta nell’ottobre scorso fin ad oggi. Grazie, anche e soprattutto, all’impegno dello ingegnere Ortega, si è riunita 14 volte esaminando 48 progetti di privati.  Quasi 3milioni di euro erogati. Per gli eventuali abusi commessi da taluni privati nell’utilizzo di fondi per la ricostruzione si stanno intensificando i controlli. Parecchie sarebbero state le anomalie riscontrate. Ciò comporterà inevitabilmente alla revoca del contributo e la richiesta di restituzione della parte concessa. Si aggiungeranno a quella parte spettante per Salemi del recente stanziamento di 10 milioni per tutti i comuni del Belice. Dall’assestamento del bilancio infine è venuto fuori un avanzo disponibile di 4 milioni e mezzo di euro che, ha assicurato il dottor Falco, “presto saranno ben spesi con l’auspicio che diano un ulteriore boccata d’ossigeno all’economia cittadina. Ecco perché “abbiamo modificato il regolamento dei sui lavori pubblici in modo che non ci siano bandi che prevedano aggiudicazione al maggior ribasso, ma con il taglio delle ali previsto dall’art.86 del D.Lgv. 163/2006 , in modo che il ribasso d’asta sia più contenuto, che i lavori vengano svolti bene dall’impresa e che rimanga un utile alla stessa.”  Se l’incontro tra gli artigiani e l’Amministrazione comunale per certi versi è stato giudicato positivamente da entrambi le parti, lo stato di agitazione nei confronti delle banche rimane accesa. Incomprensibile e cinico il comportamento delle banche che operano in questo territorio. Colpevoli di non concedere fidi e finanziamenti come previsto dalle leggi. Un atteggiamento schizofrenico che adopera due pesi e due misure a seconda se ci si trova al nord piuttosto che al sud. E la cosa più grave è che, pur esistendo “istituti bancari nati per erogare finanziamenti a tassi agevolati alle imprese artigiane, come la CRIAS e l’Artigiancassa, queste stesse banche negli ultimi anni o bocciano le pratiche di finanziamento per futili motivi o concedono finanziamenti con notevoli ritardi rispetto alla presentazione della richiesta. Nella migliore delle soluzioni, si ottiene solo un semplice credito di esercizio dopo un anno” . Già. Perché le banche delle nostre zone, invece di essere volano di sviluppo concedendo adeguati investimenti, si limitano solo a drenare i capitali di cui dispone una fetta piuttosto consistente di borghesia terriera parassitaria, che da sempre ha caratterizzato la città di Salemi. Gianni Armata non ha dubbi. Nella qualità di dirigente della Cna, annuncia che “da Salemi parte una protesta ufficiale contro il sistema di finanziamento attuato dalle banche che, attraverso il canale delle associazioni di categoria, travalicherà i confini regionali, al fine di chiedere una inversione di tendenza sul comportamento anomalo che le stesse banche adottano nel sud .” Fatta l’Italia, facciamo gli italiani. Ebbe a dire il D’Azeglio, in un momento di lucida autocritica. Ma, dopo più di un secolo e mezzo, non solo non si è costruito il Monumento ai Mille a Marsala, non solo non si sono “fatti” gli italiani, ma in compenso si sono smantellate quelle banche che erano l’orgoglio di un sano sicilianismo.

 

Franco Lo Re