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10/05/2013 07:52:57

Successo per il forum sull'acqua a Trapani

 Il dibattito s'è svolto alla presenza di circa 100-120 cittadini, nonostante fosse stato organizzato in giornata ed orario lavorativo e fosse contemporaneo ad altre tre conferenze in altre parti della città. Molto ricchi e propositivi gli interventi. Fra questi, certamente, quello di Salvatore Tallarita, presidente dell'associazione “Misiliscemi” che, lucidamente, ha suggerito - dato che l'ing. Sardo, dirigente dell'Acqudeotto, in precedenza, aveva rivelato che l'Amministrazione spende, annualmente, circa 2 milioni di euro in consumi elettrici per alimentare le pompe nei pozzi e il trasporto dell'acqua – di investire nelle energie alternative (eolico, solare) al fine di risparmiare sui costi.
Successivamente Michele Messina, rappresentante dell'associazione “Famiglie Numerose”, ha rappresentato la necessità di assicurare a chi ha famiglie numerose più acqua a tariffa agevolata. Le famiglie numerose – in sostanza ha spiegato Messina – non sprecano acqua e quindi non è equo che paghino l'eccedenza. Le famiglie numerose, semplicemente, hanno bisogno di più risorse idriche per soddisfare i bisogni primari di pulizia di più persone. Messina, infine, ha portato l'esempio di Palermo, dove recentemente, con la fattiva collaborazione della provincia con l'associazione “Famiglie Numerose” si sono ottenuti dei coefficienti che “allargano” la fascia a tariffa agevolata da 50% al 300%, a seconda la composizione della famiglia in 5, 6/7, o 8 persone.
E' quindi intervenuto Salvatore Rotundo, maestro del lavoro e rappresentante di “Cittadinanza Attiva”, un'associazione di consumatori. Rotundo s'è soffermato sulla necessità di coinvolgere i cittadini e le associazioni dei consumatori nella redazione dei regolamenti dei servizi, nella statuizione delle tariffe, della scelta degli investimenti.
L'architetto Carlo Foderà, a nome dell'associazione ambientalista “Amici della Terra”, ha voluto allargare il discorso all'intero “ciclo dell'acqua”. Insomma alla fognatura e, sopratutto, alla depurazione delle acque. Foderà ha denunciato come “schizofrenico” l'attuale sistema di gestione del Comune: «Il processo di desertificazione è in atto – ha detto - e l'acqua non può essere buttata in mare. Va risparmiata e va riutilizzata». «L'acqua del depuratore consortile che si trova alle saline – ha insistito Carlo Foderà – dopo depurata, viene scaricata a mare e proprio vicino all'imbocco della presa d'acqua del dissalatore. Tanto vale, quindi, reimmetterla nel ciclo, usarla per l'agricoltura, per i lavaggi stradali, per l'irrigazione dei giardini pubblici».
Quindi è intervenuto Giuseppe Laudicina, già direttore dell'acquedotto di Marsala, poi di quello di Trapani e, infine, di quello dell'AMAP di Palermo. Oggi è consulente di Sicilacque. Laudicina, in particolare, ha sostenuto l'importanza di dotare il Comune, ed in particolare il servizio idrico, della “Carta dei Servizi”. «E' l'unica maniera - ha sostenuto – per dare degli obiettivi di qualità ai funzionari ed al personale e chiederne rendiconto, anche disciplinare, in caso di mancato raggiungimento. E' una maniera per fare lavorare di più e meglio il personale».
Infine, al Forum, anche il sen. Antonio D'Alì. Il parlamentare, dopo essersi complimentato per l'iniziativa ed aver sostenuto che questi momenti di confronto, su temi di tale valenza, sono necessari e vanno incrementati, è tornato sul proprio “cavallo di battaglia” della “Grande Città”. Per D'Alì, infatti, solo consorziando un maggiore numero di Utenti, e quindi di Comuni, si possono ottenere quei “risparmi di scala” che permetterebbero un taglio alle tariffe dei servizio idrico. Anche D'Alì, poi, s'è dichiarato favorevole al “quoziente familiare”, nella determinazione delle tariffe, per agevolare le “famiglie numerose”.
L'Amministrazione, da parte sua, ha dato dei segnali di apertura rispetto ad alcune delle 17 richieste del Comitato “Per un'Altra Città”. Come sostenuto, però, da Natale Salvo, uno dei portavoce del Comitato, nel proprio intervento, «il Forum di oggi non è un punto d'arrivo, ma semplicemente il punto di partenza per ottenere, da parte del Comune, il rispetto dei diritti dei cittadini in riferimento al servizio idrico».