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18/05/2013 17:32:39

Mai più olio d'oliva senza etichetta al ristorante

 Dall’anno prossimo in tutti i paesi della Ue è vietato l’uso nei locali pubblici di bottiglie senza indicazioni. Il nostro paese in realtà era già partito con le nuove norme, ma per uno dei cortocircuiti che talvolta rendono incomprensibili le regole della legislazione europea non avrebbe potuto farlo. Dal primo febbraio di quest’anno, infatti, è in vigore una legge che impone per gli oli di oliva vergine che stanno sulle tavole dei ristoranti e dei bar due prerogative: una etichettatura dove sia indicata l’origine del prodotto e il lotto a cui appartiene, e la presenza di un tappo anti rabbocco, che renda impossibile riempire di nuovo la bottiglia una volta consumata.

Ebbene, la Commissione Europea aveva deciso alla fine dell’anno scorso di intervenire su questo tema ponendo come termine di inizio il gennaio 2014. Quando si decide di adottare un provvedimento europeo gli Stati devono rispettare un termine di sospensione di 12mesi. Ma l’Italia (così come il Portogallo), è partita prima e quindi è stata oggetto di una procedura di infrazione, non ancora conclusa. «Il principio che si vuole salvaguardare è quello di armonizzazione delle legislazioni europee — spiega Stefano Masini, responsabile dei consumi di Coldiretti che ha collaborato alla stesura delle legge italiana — Così la nostra norma sulla leggibilità dei caratteri e sul tappo anti rabbocco è sospesa».
Masini spiega che «è una pratica corrente nella peggiore ristorazione quella di sostituire l’olio, mettendone ovviamente di meno costoso rispetto a quello dell’etichetta». Le stesse regole non ci sono, ad esempio, per il vino da tavola. O per i contenitori di parmigiano con cui si condisce la pasta. «Ma nel settore dell’olio quello delle frodi è un tema rilevante e non si stima che accada in altri ambiti», spiega sempre Masini. Una normativa europea simile è stata adottata negli anni scorsi per lo zucchero, non tanto per motivi di contraffazione ma igienici. Da bar e ristoranti sono stati abolite le zuccheriere e introdotte le bustine monodose.
A strutture ricettive come i Bed&breakfast, inoltre, è stato imposto di usare solo alimenti confezionati, e sono sparite le marmellate fatte in casa. Negli anni sono stati coinvolti anche campi diversi dalla ristorazione, come quello della distribuzione. La normativa sulle dop ha ad esempio stabilito che i prodotti inseriti nella lista di quelli tipici, come prosciutto e parmigiano, possono essere “sporzionati” solo nei luoghi di produzione. Dura la battaglia anche contro i nomi simili a quelli di prodotti tipici usati per mettere in commercio alimenti che di dop non hanno nulla ma sono solo copie sbiadite degli originali.