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23/05/2013 04:42:48

Famà: "Così cambierà il Parco archeologico di Lilibeo. I marsalesi devono essere più 'europei'"

È successo quello che molti di noi speravano, ossia una razionalizzazione dei Parchi archeologici. Tutto ha origine nel 2000, quando era stato istituito il sistema dei parchi archeologici regionali. Che devono essere dotati di autonomia scientifica di ricerca, organizzativa e soprattutto amministrativa e finanziaria. Il cui fine era quello di valorizzare queste grandi aree demaniali, che prima erano gestite dalle soprintendenze.

Quindi si creano gli “enti parco” per rendere più snella ed efficiente la gestione delle aree archeologiche.

Con la legge del 2000 si voleva arrivare ad una migliore gestione e organizzazione dei servizi, perché in effetti il carico di lavoro delle soprintendenze era enorme. Nella pratica, quando nel settembre 2010, sono partiti questi parchi si è visto che effettivamente questi nuovi servizi sono stati migliorativi.

Tant’è che a Marsala il tema del parco è diventato di interesse collettivo, da quando c’è lei, ossia da quando c’è un ente parco con cui confrontarsi.

Infatti. Poi però nel settembre del 2010 sono nati 27 parchi, a fronte delle 16 previsti nella legge del 2000.

Hanno esagerato.

Il tutto è stato complicato. Perché invece di far partire singoli parchi con specifici compiti, si sono creati dei parchi più grandi, che sconfinavano anche nei comuni limitrofi in alcuni casi.

Le competenze del parco archeologico di Marsala arrivano fino a Mozia, ad esempio.

Ecco, il nostro si chiama: Parco archeologico ambientale presso le Isole dello Stagnone, delle aree archeologiche di Marsala e dei comuni limitrofi. Ci rendiamo conto? È una macchina spaventosa. Questi parchi territorialmente ampi, per chi li ha ideati, dovevano comprendere un territorio accomunato da un’origine storica. Come nel nostro caso, siamo tenuti assieme dalla matrice Fenicio-Punica.

Chiaramente non c’entra nulla con altre cose che stanno intorno.

Esatto. Inoltre, la gestione di situazioni in cui interagiscono il privato (perché Mozia è della fondazione Whitaker) ed il pubblico, non solo non avviene bene ma ci sono anche parchi che non rivestivano un’importanza tale da giustificarne la nascita, con dirigenti in più, e spese in più.

Da qui l’esigenza di una razionalizzazione e taglio dei costi, di conseguenza.

Infatti io sono estremamente d’accordo con questa iniziativa. Perché i parchi più importanti, come Selinunte, Segesta, Siracusa, Lilibeo, era logico che venissero salvati. È chiaro che il nostro parco archeologico non poteva essere cancellato. Anche perché questo si misura pure in relazione alle dimensioni. Noi abbiamo un’area di 180 ettari, Selinunte che è il più grande è di 270 ettari.

Quindi possiamo tranquillizzare tutti. Il parco archeologico di Marsala rimane, ma cambierà il nome.

Le dirò di più. Rimane, e finalmente con la sua corretta denominazione: Parco archeologico di Lilibeo-Marsala.

E basta. Che è anche più semplice da ricordare. In questi giorni, invece, c’è stata grande polemica per il parcheggio nei pressi di Porta Nuova. Perché sono stati messi i divieti di sosta, e i cittadini si sono ribellati, almeno quelli che hanno attività e abitazioni dirimpetto. Invece quell’area è di proprietà della Soprintendenza ai Beni Culturali.

Innanzitutto, mi incuriosisce capire perché hanno messo il divieto di sosta anche per i parcheggi con la linea bianca in Viale Isonzo. Poi, era necessario che si regolamentasse quell’area in cui c’erano i posteggiatori abusivi. Non andava bene. Non solo perché quella è area demaniale e strettamente correlata al parco. Anzi doveva essere recintata, invece su richiesta del Comune è stata lasciata aperta dalla Soprintendenza creando l’equivoco.

Autorizzati a parcheggiare sono però i visitatori del parco archeologico.

Sì. Considerato che il parco è aperto anche dal Decumano Massimo, quindi Porta Nuova, e arrivano turisti in auto e in pullman che non sanno dove parcheggiare, la situazione è mutata.

I cittadini però si sono arrabbiati. Hanno anche lanciato una raccolta firme per togliere il divieto di sosta, cosa che poi è accaduta.

I marsalesi dovrebbero capire che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Hanno voluto ripulito il decumano, hanno voluto il cancello centrale aperto? Adesso devono capire che questo parco non appartiene soltanto alla città di Marsala, ma all’umanità. E i turisti devono avere la possibilità di posteggiare. È una questione logica. Magari, si può pensare di lasciare una parte di quest’area ai marsalesi. Ma ci deve essere un ampio spazio per i turisti.

È possibile?

Secondo me si può fare ma si deve valutare con attenzione. Il cittadino, che guarda solo al suo interesse, deve capire anche che Marsala è una città europea. Allora dobbiamo cercare di pensare in maniera europea. L’accoglienza produce indotto, aumentano le presenze ai ristoranti , agli hotel, ai negozi… E l’accoglienza passa anche da un semplice parcheggio. Questo bisogna capire.