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25/05/2013 04:38:08

Olio siciliano, verso il riconoscimento della Igp Sicilia

Tra i temi affrontati, l'istituzione - dopo il riconoscimento della Doc Sicilia per il vino - dell'Igp Sicilia, l'Indicazione geografica protetta, per l'Olio extravergine di oliva. Un marchio per la tutela dell'olio di qualità prodotto in Sicilia che lo renda unico, in grado di incentivare la produzione e di contrastare agropirateria e truffe. Insomma, una svolta epocale. Che vede protagoniste le nove organizzazioni regionali di rappresentanza dei produttori (Cia, Coldiretti e Confagricoltura), delle cooperative (Agci, Legacoop e Confcooperative) dei molitori (Aifo e Asfo) e degli imbottigliatori (Federolio) che hanno costituito l'associazione per la tutela dell'olio siciliano e un comitato per la promozione dell'Igp Sicilia.
«L'obiettivo del convegno - spiega l'assessore regionale alle Risorse agricole e alimentari - è di mettere in moto un processo virtuoso che contribuisca ad accrescere il patrimonio informativo sul sistema produttivo e sul territorio di produzione, elementi considerati essenziali per valorizzare sui mercati internazionali un prodotto di grande qualità che, insieme con il vino, può considerarsi ambasciatore dell'unicità e della qualità agro-alimentare siciliana. Dobbiamo rafforzare - aggiunge - gli strumenti di controllo per rispondere nel migliore dei modi alle esigenze di maggiore trasparenza e dobbiamo ristabilire la relazione fiduciaria tra chi produce e chi consuma tutelando la biodiversità dei nostri prodotti agroalimentari».
Oltre a Cartabellotta, ai lavori del convegno sono intervenuti Rosaria Barresi (dirigente generale interventi infrastrutturali dell'assessorato alle Risorse agricole e alimentari), Lucio Monte (responsabile area tecnica dell'Irvos), Leonardo Catagnano (responsabile Uos Olivocoltura dell'assessorato alle Risorse agricole), Manfredi Barbera (presidente Co. fi. ol.), Maurizio Lunetta (presidente del Comitato promotore Igp Sicilia), Giancarlo Bordoni (a. d. Sabo per Coop Svizzera), Michele Tomaselli (direttore marketing e comunicazione della Bennet spa), Salvo Battaglia (Alfa Laval) e Paolo Inglese (ordinario di Orticoltura all'Università di Palermo). Al convegno è seguita una tavola rotonda moderata dalla giornalista Costanza Calabrese, quindi l'assegnazione delle "Olive d'oro" ai vincitori del "Premio Il colonnello 2013" dedicato ai protagonisti della filiera olivicola e ai sostenitori dell'olio siciliano nel mondo.
La valorizzazione dell'olio extravergine d'oliva "Born in Sicily" punta ad un processo di aggregazione di tutti gli attori della filiera olivicola, superando i limiti dell'eccessiva parcellizzazione del sistema produttivo isolano e garantendo sul mercato un prodotto di qualità. Il riconoscimento da parte dell'Unione europea di un marchio di qualità e identità territoriale certificata e garantita all'origine come l'Igp Sicilia, assicurerà al consumatore la certezza di portare in tavola un prodotto genuino e sicuro. Il discipinare predispone 10 articoli, individuano le varietà di olive che possono concorrere da sole o congiuntamente all'Igp Sicilia, distinguendo tra cultivar principali e minori. Definisce inoltre, nell'ambito dell'intero territorio amministrativo della Regione, i territori olivati idonei a conseguire le produzioni con le caratteristiche qualitative previste nel disciplinare di produzione. Il controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare sarà svolto dall'Irvos. I processi produttivi saranno monitorati e documentati tramite appositi elenchi e registri gestiti da un'unica struttura di controllo per fornire le prove di origine e garanzia della tracciabilità del prodotto. Infine, le operazioni di confezionamento devono svolgersi nell'Isola.
La Sicilia è la terza regione olivicola d'Italia, dopo Puglia e Calabria, con circa 20 milioni di piante su 185mila ettari e una produzione media di 3 milioni di quintali di olive da cui si ricavano 50mila tonnellate di olio. Il fatturato alla produzione è di 220 milioni di euro e di 500 milioni al consumo. Abbastanza consistente la quota (circa 16mila ettari di oliveti) di produzioni biologiche. Su 185mila ettari, 114mila rientrano nelle sei Denominazioni d'origine protette riconosciute dall'Ue. La Dop "Monti Iblei" ha una superificie complessiva di 19 mila ettari con circa 22 aziende olivicole; la "Valli Trapanesi" si estende su 6mila ettari; la "Val di Mazara" riguarda 35mila ettari e 30mila aziende; la "Monte Etna" 7mila ettari e 12.500 aziende; la "Valle del Belice" 12mila ettari; la "Valdemone" 35mila ettari.