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31/05/2013 04:00:28

Crisi dell'edilizia in Sicilia, persi 50.000 posti di lavoro. Oggi manifestazione a Palermo

 Il corteo partirà da piazza Marina intorno alle 9,30 e raggiungerà piazza Indipendenza, proprio davanti alla sede della presidenza della Regione si terrà un comizio. Contemporaneamente sarà chiesto un incontro al governatore siciliano Rosario Crocetta.In quattro anni sono stati licenziati in Sicilia oltre 50 mila operai edili diretti e 30 mila dell’indotto.

La manifestazione è stata organizzata da associazioni imprenditoriali (Ance Sicilia, Aniem Confapi, Cna Costruzioni, Anaepa Confartigianato, Legacoop) e sindacati di categoria (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil). Più di 50 pullman provenienti da tutte le province siciliane a porteranno nel capoluogo dell’Isola almeno tremila fra imprenditori, lavoratori e disoccupati dell’intero comparto delle costruzioni.

Santino Barbera, segretario regionale della Filca Cisl, punta il dito contro “una burocrazia farraginosa delle pubbliche amministrazioni che rallenta l’iter amministrativo e danneggia il settore edile. Con l’assessore regionale alle Infrastrutture stiamo valutando quali opere pubbliche siano appaltabili da subito per dare una boccata d’ossigeno al settore edile”.

Il comparto edile siciliano chiede a gran voce ai governi nazionale e regionale che il il lavoro sia vero e non assistenziale e che diventi la priorità dell’agenda politica nei prossimi due mesi dato che sono disponibili circa 3,7 miliardi di euro per la realizzazione di opere pubbliche in Sicilia.

Nel dettaglio, si tratta di 400 milioni di euro per completare la Nord-Sud, 372 milioni per i lotti 6, 7 e 8 dell’autostrada Siracusa-Gela, 296 milioni per i lotti non appaltati della “veloce” Palermo-Agrigento, 507 milioni per il nodo ferroviario di Catania; di 480 milioni per la ‘bidirezione’ ferroviaria Enna Sud-Pollina-Castelbuono, 425 milioni per la linea ferrata Catania centro storico-aeroporto Fontanarossa, 1,1 miliardi per le 96 opere previste dalla delibera Cipe numero 60 del 2012 (opere idriche e fognarie e depuratori), 34,5 milioni per piccole opere immediatamente cantierabili (delibera Cipe numero 89 del 2001), 36,3 milioni per interventi urgenti sul patrimonio scolastico (delibera Cipe numero 32 del 2010), circa 12 milioni per gli interventi previsti dalla delibera Cipe numero 8 del 2012 per la mitigazione del rischio idrogeologico e circa 20 milioni per le opere previste a Erice e Catania dal Piano città nazionale. In totale, per la precisione, si tratta di 3 miliardi e 683 milioni di euro.

Fermo anche il mercato dell’edilizia residenziale, a causa del mancato utilizzo dei fondi ex Gescal e di quelli per l’edilizia residenziale convenzionata. Del mancato voto dell’Ars sulla proposta di prolungare la durata dei mutui agevolati per giovani coppie; della mancata riforma delle legge urbanistica e dell’assenza di strumenti che sostengano la bioedilizia, il miglioramento dei tessuti urbani e la messa in sicurezza degli edifici.

In questo scenario prosegue inarrestabile il crollo dei bandi di gara. Lo scorso mese di aprile sono stati pubblicati appena 18 incanti per un importo di 15,7 milioni di euro, con un calo di quasi il 50% rispetto al mese di gennaio, che ha registrato sempre 18 gare, ma per un importo di 28,9 milioni, con una flessione di -64,16% a confronto con gennaio 2012. Il quadrimestre gennaio-aprile 2013 ha subito una riduzione del 56,84% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Lavoratori, sindacati e imprenditori – spiega Pietro Funaro, vice presidente Ance Siciliache in passato sono stati su fonti opposti oggi sono insieme per difendere il settore edile nell’Isola che è al collasso. Chiederemmo al governo regionale di prospettare un futuro a lungo termine per l’edilizia siciliana e di non compiere lo stesso errore compiuto dalla precedente giunta regionale che, a causa di lungaggini burocratiche e scontri politici non è riuscita a spendere buona parte dei fondi destinati dall’Unione europea alle opere pubbliche in Sicilia”.