Lo dice Antonio Ingroia in un'intervista a Spiegel Online, spiegando che "la Procura non potrà mai scoprire l'intera verita' sugli accordi tra governo e crimine organizzato, poiché ci sono forze politiche che vogliono impedire esattamente questo. Anche per questa ragione ho deciso di entrare in politica".
Sull'inchiesta giudiziaria avviata per far luce sui rapporti Stato-mafia Ingroia dichiara che i pm "nel loro sforzo di cercare la verità riusciranno a poco senza il sostegno di tutto il Paese e dell'intera opinione pubblica".
Ingroia dice di temere soprattutto "ostilità e tattiche dilatorie per impedire una decisione. Ci sono sforzi per dissimulare le cose". L'ex pm prende anche
posizione sulla decisione della Corte Costituzionale di far distruggere i nastri delle intercettazioni delle telefonate intercorse tra Giorgio Napolitano e Nicola Mancino. "Rispetto la decisione, anche se essa non mi rende felice. I colloqui non avevano alcuna rilevanza penale, politica forse, ma la cosa come procuratore non mi riguardava". Alla domanda se sia valsa la pena ascoltare i nastri, visto che lui è stato uno dei pochi a poterlo fare, Ingroia risponde che "mentalmente il loro contenuto l'ho già cancellato".
L'ex pm si dice poi scettico sulla possibilità che un giorno o l'altro Bernardo Provenzano possa vuotare il sacco. "Alcuni mesi fa l'ho interrogato in carcere. Non stava bene, ma comunque ha capito di che si trattava, ascoltava ed era concentrato". Sull'ipotesi che il boss un giorno parli, pochi dubbi: "No, temo che questo treno se ne sia già andato".