Come funzionano? L'utente arriva, consegna i rifiuti all'operatore e se ne va. Semplice, per l'utente. L'operatore, invece, rimane sei ore a lavorare senza avere nemmeno la possibilità di andare in bagno. Le isole ecologiche, infatti, ne sono sprovviste. Come fanno allora i lavoratori? Con la crisi che c'è mica si possono lamentare... si adeguano. Nel'isola ecologica del Salato, dietro al Porto, è possibile nascondersi dietro i blocchi di marmo abbandonati da quasi un anno. Vicino all'isola ecologica di Strasatti, per fortuna, c'è un distributore di benzina con bagno annesso. E gli altri operatori cosa devono fare, portarsi un pappagallo da casa?
La questione, è stata sollevata anche dal segretario della camera comunale Uil di Marsala Giuseppe Tumbarello e dal segretario provinciale Uil Fpl Giorgio Macaddino. La Uil infatti ha chiesto ufficialmente l’intervento degli uffici ispettivi dell’Asp di Trapani, “al fine di verificare la compatibilità di allocazione delle isole ecologiche dislocate sul territorio di Marsala , se le stesse sono coerenti con le elementari norme di sicurezza ambientali e sanitarie”. “L’intervento ispettivo, - continua la nota del sindacato - al fine di prevenire l’incolumità dei lavoratori e dei cittadini che si recano presso i siti ove risultano essere ubicate le isole ecologiche, si è altresì reso necessario anche per verificare lo stato di igienicità dei mezzi adoperati dall’Aimeri per la raccolta dei rifiuti che sembrerebbe non sottoposti a regolare lavaggio ciclico, ed infine accertare se presso il sito individuato dall’ Aimeri ambiente ove vengono ricoverati i mezzi siano rispettati gli standard minimi di sicurezza e prevenzione sui posti di lavoro,atteso che secondo le notizie assunte dalla UIL in c/da cutusio vi e’ un solo bagno che l’intera platea dei lavoratori sarebbe costretta ad utilizzare in barba a tutte le normative vigenti in materia”.
Tutto ciò non ha sortito l'effetto sperato. Anzi... le isole sono raddoppiate per venire incontro alla migrazione costiera dei cittadini marsalesi. Mediterraneo, Delfino, Signorino e Torre Sibiliana: le nuove isole ecologiche sono state disposte in questi quattro punti per garantire maggiore copertura alla zona dei lidi. La qualità delle condizioni lavorative dei dipendenti Aimeri, però, è notevolmente peggiorata. Tre delle quattro nuove isole, infatti, sono semplicemente formate da un recinto, i cassonetti e nulla di più. Gli operai sono costretti a stare sotto il sole per sei ore di seguito e cercano di sopperire al caldo con mezzi di fortuna: c'è chi si rifugia in auto, chi si porta una sdraio da casa e chi si è fabbricato una verandina abusiva per sfuggire al sole estivo. Ovviamente non c'è traccia dei bagni.
Per l'ingegnere Luigi Messina, responsabile Aimeri a Marsala, il problema non si pone. Durante la conferenza stampa di presentazione delle nuove isole ecologiche ha snobbato la nostra domanda asserendo che "i dipendenti Aimeri che guidano i gli automezzi mica hanno il bagno dietro. Quindi qualche sacrificio è giusto che lo facciano anche i dipendenti responsabili delle isole".
Forte di questo senso di responsabilità verso i propri dipendenti, Aimeri ha creato quindi delle nuove isole ecologiche che, piuttosto, sembrano delle punizioni ecologiche, anche a livello estetico. Se n'è accorto anche il Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, che dopo un sopralluogo ha convocato una riunione presso la Sala Giunta con i vertici dell'Ato e di Aimeri Ambiente. Durante l'incontro, avvenuto due giorni fa, voci di corridoio confermano che il Sindaco abbia chiesto le dimissioni di Francesco Tumbarello perchè non avrebbe saputo gestire questa importante operazione "ecologica", con il risultato che i cittadini e i turisti si siano ritrovati semplicemente delle "gabbie per maiali". Sono parole del primo cittadino. Certo, sarebbe clamoroso se il Sindaco silura (tecnicamente non avrebbe neanche il potere per farlo, la competenza è dell'assemblea dei sindaci) colui che fin dal primo momento si è dimostrato uno dei più fedeli esecutori delle sue richieste.
Ma il Sindaco, è risaputo, quando vuole una cosa la ottiene: così, in attesa di sviluppi, le sgraziate e disgraziate isole ecologiche sono state avvolte da una rete frangivento color "verde prato finto" fino a quando non si trova una soluzione degna di questo nome.
E per i dipendenti Aimeri? A quelli non ci pensa nessuno, questo è poco ma sicuro. "Vogliamo capire come mai Aimeri ci costa tutti questi soldi e offre un servizio indecoroso" commenta il consigliere comunale Michele Gandolfo. Sulla stessa linea anche il consigliere Pino Milazzo: "Noi non siamo contro le isole ecologiche, che ben vengano, ma è vergognoso che i lavoratori non abbiamo garantiti i diritti essenziali".
Intanto, giusto per non farci mancare niente, è stato ampliato l’orario di apertura delle isole, che faranno full time, dalle 7 alle 22 ogni giorno. La nuova programmazione scaturisce dal crearsi di mini discariche sul territorio specie nella zona sud. “Non comprendiamo, infatti, - afferma uno dei liquidatori dell’Ato Provenzano - come si possano creare cumuli di immondizia a distanza di qualche decina di metri dalle isole ecologiche già esistenti. Onde evitare di offrire giustificazioni a coloro che, incivilmente, continuano ad abbandonare i rifiuti - prosegue il liquidatore - si è deciso, in via sperimentale di ampliare la fascia oraria grazie al supporto dato dai volontari delle Guardie Ambientali. Tale programmazione ha lo scopo di evitare il continuo sorgere di cumuli di immondizia che rovinano il decoro della città”. Speriamo che non si accumulino troppo anche i bisogni dei lavoratori.