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06/07/2013 04:17:38

Lunedì visita di Papa Francesco a Lampedusa: "Io, clandestino tra i clandestini"

 Andrà incontro ai superstiti e ai profughi, ma incoraggerà anche gli abitanti. Un blitz "sobrio" con poche autorità. Ll'idea di andare a Lampedusa gli ronzava in testa da aprile, quando il parroco di Lampedusa, don Nastase, aveva inviato al neo-eletto Papa un invito ad andare sull'isola attraverso la Fondazione Migrantes.

Il 27 maggio  il vescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, in occasione della visita ad limina lo aveva invitato a visitare Lampedusa, e gli aveva donato una croce pettorale costruita artigianalmente da un falegname di Lampedusa utilizzando il legno delle barche dei migranti approdate nell'isola siciliana.
A Lampedusa  il Papa sarà in vista il prossimo 8 luglio, migrante tra i migranti, per una visita privatissima, senza alcuna autorità presente (come padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha tenuto a sottolineare) se non il vescovo stesso e il sindaco della città.
Mezza giornata con i clandestini, per il Papa che si è definito lui stesso un "ponte" tra le culture, perché figlio di migranti, nel suo primo incontro con il corpo diplomatico in Vaticano. Il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede recita che il Papa è rimasto «profondamente toccato dal recente naufragio di un'imbarcazione che trasportava migranti dall'Africa, ultimo di una serie di analoghe tragedie».
Ed è per questo che Papa Francesco «intende pregare per coloro che hanno perso la vita in mare, visitare i superstiti e i profughi presenti, incoraggiare gli abitanti dell'isola e fare appello alla responsabilità di tutti affinché ci si prenda cura di questi fratelli e sorelle in estremo bisogno. A motivo delle particolari circostanze, la visita si realizzerà nella forma più discreta possibile, anche riguardo alla presenza dei vescovi della regione e delle autorità civili».
Sarà dunque una visita solo pastorale, senza alcuna autorità, anche perché Papa Francesco va a visitare dei clandestini, e la presenza di autorità potrebbe anche essere considerata una legittimazione del loro status quo legale.
Francesco arriverà con l'aereo in prima mattinata, poi su una barca andrà a deporre una corona di fiori nel mare dove molti sono morti vittime delle carrette e del traffico illegale di persone. Poi saluterà nel porto ad alcuni di coloro che sono sull'isola e alla fine celebrerà la Messa al Campo sportivo. Tutto concentrato in una mattinata: la partenza è prevista per le 13, il rientro in Vaticano per le 13,15.
Felicissimo monsignor Montenegro, vescovo di Agrigento, che ha ricordato come il dono della croce «è servito per ricordare al Papa tutti i nostri fratelli che giungono sulle coste di Lampedusa, ma soprattutto quelli che hanno perso la vita durante il viaggio. Ho consegnato la croce costruita con il legno delle barche dei migranti al Santo Padre e l'ho invitato a venire in visita a Lampedusa. Credo e sono certo del fatto che che abbia condiviso il mio messaggio, un messaggio forte che ci aiuta a leggere la storia con gli occhi di Dio», per farsi carico del fenomeno migratorio, con il suo carico di «sofferenza» e la sua richiesta di «giustizia» per «milioni di figli di Dio».

MOGAVERO. «È davvero significativa ed emozionante questa prima visita fuori Roma del Santo Padre proprio a Lampedusa, nel cuore del Mediterraneo – ha detto Mogavero, Vescovo delegato per le migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana – in questo mare che il Papa avrà occasione di vedere per la prima volta durante il lancio di una corona di fiori in ricordo di quanti hanno perso in esso le proprie speranze e la propria vita. Le sue acque ci separano dal continente africano ma, allo stesso tempo, ci uniscono e in questi anni sono diventate approdo di speranza per migliaia di immigrati e tomba per un numero imprecisato di essi. La decisione del Papa di venire nel Mediterraneo impone a tutti di affrontare il dramma delle migrazioni, che non può e non deve essere un problema solo italiano, nell’ottica dell’accoglienza e della solidarietà. Sono questi, infatti, valori di un umanesimo da sempre presente su queste sponde che chiede di tornare a rifiorire per costruire un mare di pace».